Quasi 80mila iscritti al test di Medicina per poco più di 10mila posti: cos’è che ancora attira tanto gli studenti a diventare medico? “La mancanza di alternative. In particolare, in Italia ci sono troppo poche opportunità per gli ingegneri”, l’opinione di Vincenzo Nigro, professore ordinario di Genetica medica presso il Dipartimento di Biochimica, Biofisica e Patologia generale della Seconda Università degli Studi di Napoli, otto volte commissario al concorso per l’accesso a Medicina. Anche lo scorso 9 settembre Vincenzo Nigro era lì al suo posto, al Palapartenope del capoluogo campano, a seguire i circa 2500 candidati della Sun in corsa per un futuro da medico.
Immaginario televisivo a parte, vedi tutte le trasmissioni di successo, da “E.R.” a “Dottor House”, la verità è che le professioni mediche sono considerate, oltre che prestigiose e affascinanti, anche remunerative e, quindi, appetibili. Il numero chiuso, poi, in vigore in Italia da circa vent’anni, ha reso Medicina e Odontoiatria corsi di laurea che ancora garantiscono buone possibilità di lavoro. Quanto “buone” lo dice l’ultimo studio di Almalaurea (anno 2012): oltre 3 dottori su 5 (il 61%) lavorano a un anno dalla laurea, mentre a dieci anni dal titolo i medici sono in vetta alle classifiche per tasso d’occupazione (95%) e retribuzione (2.400 euro in media al mese, contro 2mila di un ingegnere, 1.600 di un farmacista, 1.200 di un insegnante). Sarà anche una «lotteria», insomma, ma val la pena tentare.
Napoletano, classe 1960, uomo eclettico con una predilezione per i balli latino americani, Vincenzo Nigro è medico nonché scienziato di fama mondiale, impegnato da oltre 20 anni in attività di ricerca sulla genetica delle distrofie muscolari sia all’università che al Tigem (il “Telethon Institute of genetics and medicine” diretto da Andrea Ballabio, dove ricopre la carica di ricercatore associato). A lui e ai suoi gruppi di ricerca si devono scoperte fondamentali, quali l’identificazione del gene responsabile di una rara distrofia muscolare, il delta-sarcoglicano e le relative mutazioni che causano la distrofia muscolare dei cingoli di tipo 2F, “malattia che porta a una progressiva debolezza dei muscoli dei cingoli pelvico e scapolare, compromettendo così la capacità di sollevare pesi e camminare”. Accanto a questo successo recente, datato 2013, l’identificazione del gene TNPO3, un’altra forma di distrofia muscolare. Che tradotto in numeri scientifici fa 108 pubblicazioni su riviste internazionali e oltre 4.352 citazioni…
Polemiche a parte sul bonus maturità , il concorso per l’accesso a Medicina del 9 settembre a Napoli è scivolato senza intoppi. “Ho notato molta più attenzione da parte degli studenti”, riferisce il professore, anche se l’aiuto che i ragazzi chiedono ai commissari durante l’esame è sempre lo stesso: “Spesso vogliono sapere se la domanda X o Y non sia sbagliata, però poi continuano a firmare il modulo risposte nonostante le spiegazioni…”. Atmosfera tranquilla, nessun candidato espulso. “Nella mia aula c’è stato un controllo severo”, racconta Nigro, che nel passato ha visto cacciare dal concorso il furbetto di turno che provava a copiare utilizzando il cellulare. E sulla facilità/difficoltà del test di quest’anno afferma: “Visto che si tratta di una prova comparativa, non fa alcuna differenza se sia facile o difficile perché lo sarà in egual misura per tutti. In ogni caso, non leggo mai il quiz quando sono in aula per evitare di essere condizionato guardando le risposte dei ragazzi”.
D’accordo al test di ammissione a Medicina? “Sì e no – ammette il ricercatore -. Sì, perché sarebbe impensabile far iscrivere tutti gli studenti senza avere né aule adeguate né docenti nel giusto numero. Per la prova abbiamo affittato il Palapartenope e il Palabarbuto: ci vorrebbero altre cinque strutture simili per tenere tutti i corsi dei sei anni! Non sono favorevole, invece, alla prova d’esame perché, così come è organizzata, non indica la reale attitudine dei candidati”. Nigro, invece, immagina l’ammissione a medicina “con un percorso a più passaggi, in cui tra gli elementi di selezione ci devono essere l’inglese, la capacità di affrontare argomenti scientifici e un primo contatto con un reparto clinico”. Il professore storce il naso anche sulla faccenda del bonus alla maturità. “Era già ingiusto di per sé, ma il metodo di calcolo era perverso e fatto da incompetenti. Avere compagni di classe bravi sarebbe risultato un handicap!!”, l’opinione del docente, secondo cui la decisione di abrogarlo a prova in corso “è stata intempestiva; ci si poteva pensare prima”.
Ammissione superata: che fare ora? “Frequentate le lezioni, non accumulate ritardo negli esami e non siate troppo preoccupati a fare bella figura…”, i consigli del docente agli studenti che hanno passato il test e dovranno affrontare i sei anni di corso a Medicina . A chi non ce l’ha fatta, invece, suggerisce: “Bisogna che i ragazzi imparino a leggere con attenzione un testo scritto. Il problema è l’incapacità di concentrazione: benché gli studenti di oggi siano <<multitasking>>, hanno una soglia di attenzione superficiale”. E il giorno prima dell’esame? “Non bevete caffè e riposatevi senza aprire libro”, la dritta del commissario.
P.M.