Corsi di laurea in Scienze della Comunicazione: attività formative e sbocchi lavorativi

laurea scienze della comunicazione

Dopo aver valutato l’aspetto attitudinale legato ai corsi di laurea in Scienze della Comunicazione (classe L-20) e aver scoperto che effettivamente può essere la scelta adatta alle tue caratteristiche, puoi approfondire la conosenza del percorso di studi.

Quali materie si studiano? Quali sono gli sbocchi lavorativi per i laureati?

Scopriamolo in questo articolo.

Corsi di laurea Scienze della Comunicazione: cosa si studia

I corsi di laurea della classe L-20 Scienze della Comunicazione hanno durata triennale e mirano a formare professionisti con capacità critico-analitiche dei contesti storici, economici, politico-sociali e giuridici dei fenomeni comunicativi.

Come per gli altri corsi di laurea di cui abbiamo parlato, anche in questo caso possiamo dividere le attività di studio in due blocchi:

  • attività di base
  • attività caratterizzanti

Tra le attività di base troviamo: discipline semiotiche, linguistiche, informatiche, sociali, mediologiche, sociologiche, antropologiche.

Fanno parte delle attività caratterizzanti, invece: metodologie, analisi e tecniche della comunicazione, scienze umane ed economico-sociali, discipline giuridiche, storico-politiche e filosofiche.

Sbocchi lavorativi di Scienze della Comunicazione

I principali settori d’impiego dei laureati in Scienze della Comunicazione riguardano:

  • giornalismo
  • editoria
  • web

I futuri comunicatori possono svolgere, all’interno di organizzazioni pubbliche o private, funzioni di:

  • addetto alla comunicazione e alle relazioni pubbliche
  • specialista della pubblicità e del marketing
  • esperto della multimedialità
  • giornalista

Molti laureati in Scienze della Comunicazione, inoltre, scelgono di intraprendere la libera professione come consulenti di comunicazione e marketing per aziende pubbliche o private.

Un discorso a parte merita il lavoro di giornalista: per esercitare la professione non è richiesta una laurea specifica ma è necessario essere iscritti all’Ordine dei giornalisti, all’interno del quale viene operata una distinzione tra giornalisti professionisti e giornalisti pubblicisti.

I professionisti svolgono la professione in modo esclusivo e continuativo, mentre i pubblicisti possono praticarla contestualmente ad altre attività.

Il corso è ad accesso libero?

I corsi di laurea in Scienze della Comunicazione può essere ad accesso libero o ad accesso programmato locale, a seconda delle specifiche esigenze degli Atenei che li erogano.

In alcuni casi, inoltre, la prova di ammissione è gestita direttamente dall’Università mentre, in altri, è necessario sostenere il TOLC-SU, erogato dal CISIA.

È bene, quindi, controllare il bando di ammissione dell’Ateneo di interesse per conoscere le modalità di accesso al corso.

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Condizione occupazionale dei laureati

Dai dati AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati, emerge che a un anno dalla laurea triennale in Scienze della Comunicazione:

  • Il 50,8% degli studenti è iscritto a un corso di laurea di secondo livello
  • Il tasso di occupazione a un anno dalla laurea è del 66,7%

La retribuzione media mensile a un anno dal conseguimento del titolo è di € 1.169.

Che lavoro fa chi si laurea in Scienze della Comunicazione?

Dall’indagine appare che le tre principali professioni sono: tecnici del marketing, tecnici della pubblicità e organizzatori di fiere, esposizioni ed eventi culturali.

Scelta del corso di laurea

Hai bisogno di maggiori informazioni sull’offerta formativa delle Università italiane per avere le idee più chiare sul percorso da scegliere? Scopri la Guida alla scelta del corso di laurea.

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