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Con largo anticipo rispetto agli anni scorsi il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha diffuso, venerdì 11 maggio, l’avviso con le date delle prove di ammissione per i corsi di studio ad accesso programmato, che sono le seguenti:
Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi Dentaria (lingua italiana) 4 settembre 2012
Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi Dentaria (lingua inglese) 5 settembre 2012
Corso di laurea magistrale a ciclo unico, direttamente finalizzati alla formazione di Architetto 6 settembre 2012
Medicina Veterinaria 10 settembre 2012
Professioni sanitarie 11 settembre 2012
L’avviso sarà seguito, come si legge nella stessa comunicazione, dal decreto con il regolamento ed i contenuti delle prove, sui cui nulla trapela dal Ministero; non è possibile prevedere se la cultura generale verrà eliminata, come veniva annunciato prima della pubblicazione dei bandi negli scorsi anni, o saranno ritoccate le quote delle domande per altre materie, come hanno fatto le università private alle recenti prove scritte, e non c’è alcuna notizia in merito alla valutazione della carriera scolastica del candidato ai fini della selezione, decisiva per l’ammissione alle università non statali.
Sta per concludersi invece la rilevazione avviata dal Ministero dell’Università, con i vari Atenei, per la definizione del potenziale formativo su ogni Corso. Tutta l’attenzione (e le speranze dei candidati ai test) è concentrata sulla richiesta di 12.944 posti da parte delle Regioni (in base ai dati di Angelo Mastrillo, Segretario nazionale della Conferenza dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie), ben 2 mila in più dei 10.566 dello scorso anno (+18%). A far sperare in tal senso una dichiarazione del vicepresidente FNOMCEO (il sindacato dei medici), Maurizio Benato, sul Sole 24 Ore Sanità del 1 maggio, che ha espresso preoccupazione in relazione alla evoluzione dei prossimi pensionamenti: cinquantamila i camici bianchi che terminerebbero la propria carriera per anzianità nei prossimi mesi. L’aumento dei posti programmati per l’ammissione alle facoltà a numero chiuso determinerebbe un’attenuazione del numero degli esclusi e della difficoltà di accesso, in particolare per le università distribuite nelle regioni nord-orientali, con punteggi di accesso da sempre elevati.