Corsi di laurea in pillole – Architettura
In questa rubrica pubblicheremo piccole curiosità e ritagli di informazioni tecniche sui tanti corsi di laurea esistenti nel panorama universitario italiano, che vi serviranno per valutare il vostro interesse a frequentare un corso piuttosto che un altro.
Tra le varie notizie, troverete spunti sui requisiti di ammissioni, sbocchi occupazionali, albi professionali e tanto altro ancora.
Oggi è la volta di Architettura e di tutti gli altri corsi che hanno a che fare con l’arte in generale, da Beni Culturali al DAMS, a Scienze della Moda, a Design industriale.
Trovare il “Nuovo” nel “Noto”
Arte: dal latino “ars-artis”.
In origine, quindi, il termine arte indicava ogni abilità mirata a progettare e/o a costruire qualcosa. Nel Medioevo il termine “ars” alludeva all’artigianato e in particolare, nella definizione del periodo ellenico, ci si riferiva alle arti comuni di sforzo fisico, all’abilità ordinaria del fabbro o del tessitore, come alla maestria più raffinata dell’orafo o del creatore di arazzi.
Lo stesso Platone sosteneva che l’arte altro non era che la traduzione dell’artigianato, ovvero “copia di un oggetto a sua volta copia di un’idea”.
L’arte, quindi, era vista come prodotto materiale, mantenendo sullo sfondo le capacità proprie dell’artista–artigiano, anche se si scorge nella visione platonica la possibilità di uno sforzo intellettuale: “copia di un’idea”.
Lo sforzo intellettuale era riconosciuto, invece, alle arti liberali: pittura, scultura, poesia, musica, danza e teatro.
Con Kant inizia ad affermarsi il concetto di immaginazione, vista come facoltà di rappresentare un oggetto anche senza la sua presenza, ma di cui se ne è fatta esperienza attraverso i sensi. L’immaginazione è, quindi, una facoltà creativa presente negli uomini.
In quest’ottica la creazione artistica è il risultato della produzione di immagini mentali ed idee basate su una rielaborazione di esperienze, percezioni e ricordi.
Dalla riflessione filosofica l’ottica si sposta dal prodotto al creatore del prodotto, per cui la capacità di creare ed inventare è la Creatività.
L’arte, quindi, definisce l’Uomo in quanto Uomo, ossia rappresenta la sua consapevolezza di “essere per qualcosa”, dona un fine all’esistenza, spogliandosi dalle maschere che nascondono l’individuo a se stesso.
L’arte diventa, dunque, strumento di espressione, e, quindi, forma di conoscenza e verità.
Ogni forma espressiva è linguaggio e il linguaggio è essenzialmente libera creazione.
Partendo da una tale premessa, iniziamo a focalizzare l’attenzione su alcuni corsi di laurea e più nello specifico sulle lauree in:
- Beni Culturali
- Discipline delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda (DAMS)
- Disegno Industriale
- Architettura
Il corso di laurea in Beni Culturali, afferente alla classe di laurea L-1, ha una durata di 3 anni.
Per effettuare l’immatricolazione bisogna essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore e di una buona conoscenza e preparazione di base, che saranno valutate attraverso un test di verifica dei requisiti d’accesso, soprattutto per coloro che hanno conseguito la maturità con una votazione inferiore a 70/100.
Il test non costituisce prova selettiva e non preclude la possibilità di immatricolarsi, ma servirà a verificare il possesso delle conoscenze di base indispensabili e ad evidenziare eventuali carenze formative da colmare.
Il corso mira ad assicurare una solida formazione di base nelle aree disciplinari che ruotano intorno al tema dei beni culturali e del patrimonio culturale. Lo studente si troverà, quindi, ad approfondire materie umanistiche e filologiche, giuridiche, storiche ed antropologiche, che si propongono di mettere in rilievo i percorsi della memoria collettiva nel tempo lungo della storia, i segni lasciati da questo passaggio e gli strumenti giuridico-istituzionali messi in campo dalle società per riconoscerli e valorizzarli. A questo si aggiunge, poi, un altro insieme di discipline aventi per obiettivo la messa a fuoco dei beni, una volta che essi sono stati censiti attraverso l’iniziale approccio culturale, storico, giuridico e antropologico, quali le scienze della conservazione e del restauro, l’archeologia, la storia dell’arte, la musicologia, la biblioteconomia e l’archivistica, l’informatica applicata ai beni culturali.
Per poter maggiormente dettagliare la propria preparazione, al conseguimento della laurea triennale si potrà decidere di iscriversi ad un corso di laurea magistrale o specialistica, quali Archeologia e storia dell’arte, Gestione e conservazione del patrimonio archivistico e librario, Antropologia culturale ed etnologia, Scienze dello spettacolo e produzioni multimediali, solo per citarne alcune.
La formazione culturale nell’ambito dei beni culturali permetterà lo svolgimento di professioni come:
– assistenti di archivio e di biblioteca;
– agenti e rappresentanti di artisti ed atleti;
– organizzatori di convegni e ricevimenti;
– animatori turistici ed assimilati;
– guide ed accompagnatori turistici;
– istruttori nel campo artistico e letterario;
– tecnici dei musei, delle biblioteche ed assimilati;
– periti, stimatori d’arte ed assimilati;
– tecnici dell’organizzazione della produzione radiotelevisiva, cinematografica e teatrale;
– tutor, istitutori, insegnanti nella formazione professionale ed assimilati.
Durante il percorso di studi viene comunque privilegiata la parte “culturale-conoscitiva” della materia. Pertanto, si consiglia di seguire un corso diverso a chi ritiene di avere esigenze maggiormente applicative, progettuali e ideative, tipo l’Accademia di Belle Arti, Architettura o corsi di laurea sul Design e Moda. Un ulteriore corso di laurea, che sembra coniugare l’aspetto culturale conoscitivo con quello pratico–ideativo, è il DAMS (afferente alla classe di laurea L-3).
Il corso di laurea in Discipline delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda (DAMS), afferente alla classe di laurea L-3, ha una durata di 3 anni.
Generalmente, l’ammissione al corso di laurea non è a numero programmato, ma sono comunque previsti test di verifica dei requisiti d’accesso, soprattutto per coloro che hanno conseguito la maturità con una votazione inferiore a 70/100.
Il DAMS cerca di coniugare tre componenti formative:
1) una cultura umanistica di base;
2) una specifica preparazione storico-teorica nel campo dello spettacolo teatrale e audiovisivo, della comunicazione multimediale, della creazione artistica e del design;
3) una conoscenza diretta delle tecniche professionali nei settori dell’organizzazione artistica, dello spettacolo, della comunicazione di massa in tutte le sue forme, con particolare riguardo al giornalismo.
A questo scopo, le lezioni sono integrate da laboratori pratici guidati da professionisti del settore.
I laureati in DAMS, a seconda dell’indirizzo di studi scelto ed intrapreso, potranno svolgere le seguenti professioni:
– autore di programmi e addetto alla programmazione nel settore televisivo;
– autore di programmi e addetto alla programmazione nel settore radiofonico;
– redattore di testi per la pubblicità;
– ideatore e realizzatore di prodotti audiovisivi e multimediali;
– ideatore e realizzatore di eventi performativi;
– organizzatore e promotore delle attività delle istituzioni di teatro e spettacolo pubbliche e private;
– animatore teatrale e parateatrale;
– operatore teatrale con competenze di valorizzazione culturale del territorio;
– esperto d’arte;
– organizzatore di mostre e manifestazioni artistiche;
– organizzatore di eventi con competenze di valorizzazione culturale del territorio;
– curatore di cataloghi e materiali editoriali legati al mondo dell’arte;
– critico, pubblicista ed operatore dell’editoria del settore;
– pubblicista o giornalista per la stampa, la radio, la televisione e i nuovi media digitali;
– addetto a uffici stampa e alle media relations di aziende e istituzioni
Chi deciderà di iscriversi al DAMS lo farà soprattutto per amore e passione verso l’arte, per sensibilità ed intelligenza ingredienti essenziali per esprimersi e comunicare attraverso l’arte.
L’aspetto moda, intesa come creazione, come design della moda, nel DAMS in realtà sembra essere poco approfondita.
Infatti, il corso di laurea in Scienze della Moda e del Costume o in Culture e Tecniche della Moda, afferenti alla classe di laurea L-3, li ritroviamo come corsi di laurea indipendenti e di durata triennale.
I corsi di laurea in Design della Moda, afferenti alla classe di laurea L-4 Disegno industriale, sono erogati sia dal Politecnico di Milano che da altri atenei italiani.
Il discorso moda necessiterebbe di una trattazione approfondita ed esclusiva; qui ci limitiamo solo ad una breve riflessione.
Per Moda, da un lato, intendiamo usi, costumi e tradizioni di un certo popolo e di un certo periodo storico, aspetto che quindi viene tenuto in considerazione nei corsi di laurea afferenti alle classi L-3; dall’altro, per moda si intende proprio anche tutto l’aspetto ideativo, progettuale e pratico–realizzativo, che quindi ritroviamo nei corsi di laurea afferenti alla classe L-4.
La differenza nel concreto non è abissale, ma si tratta di un punto di vista che prevale sull’altro.
Anche tutti i corsi di laurea in Disegno Industriale afferiscono alla classe di laurea L-4.
Il corso di laurea in Disegno Industriale è ad accesso programmato.
Il corso di laurea intende formare una figura di tecnico progettista in grado di operare sia nel settore della progettazione e della comunicazione dei prodotti industriali, sia in quello della comunicazione d’impresa, degli enti pubblici, dei beni culturali ed ambientali. Il corso pone al centro l’acquisizione delle conoscenze tecnologiche e tecnico-operative, oltre che degli aspetti di sensibilità critica di un progetto.
I laureati in Disegno Industriale potranno svolgere le seguenti professioni:
– disegnatori industriali e assimilati;
– disegnatori artistici e assimilati;
– grafici pubblicitari;
– disegnatori e allestitori di scena;
– disegnatori commerciali ed industriali;
– disegnatori artistici e illustratori.
Con i corsi di laurea in Design della Moda e Disegno Industriale la parte progettuale, ideativa e applicativa diviene sempre più preponderante e preminente, perno centrale della preparazione professionale.
Questo aspetto diviene essenziale ancor più per il corso di laurea in Architettura, afferente alla classe di laurea LM-4 Corso di laurea Magistrale a ciclo unico in Architettura o L-17 Scienze dell’Architettura.
Il corso di laurea in Architettura può essere, allora, un corso di laurea magistrale a ciclo unico, di durata quinquennale, o di durata triennale se afferente alla classe L-17.
In entrambi i casi l’accesso e l’immatricolazione avviene con numero programmato.
Per svolgere la professione di architetto, è richiesta l’abilitazione alla professione e la relativa iscrizione all’Albo professionale.
Il laureato magistrale può, al superamento dell’esame di Stato, iscriversi all’Albo degli Architetti sez. A, mentre il laureato triennale può iscriversi all’Albo degli Architetti Junior sez. B; ciò comporta, ovviamente, una limitazione di tipologie progettuali e di responsabilità professionali. Per l’iscrizione alla sez. A, l’architetto triennalista necessita del conseguimento della laurea specialistica.
L’architettura viene molto spesso assimilata all’edilizia, privando, quindi, quest’ambito di aspetti più creativi ed artistici.
Uno degli architetti più famosi italiani, Renzo Piano, sostiene: “Quello dell’architetto è un mestiere d’avventura: un mestiere di frontiera, in bilico tra arte e scienza. Al confine tra invenzione e memoria, sospeso tra il coraggio della modernità e la prudenza della tradizione. L’architetto fa il mestiere più bello del mondo, perché su un piccolo pianeta dove tutto è già stato scoperto, progettare è ancora una delle più grandi avventure possibili”.
Ecco che allora si scopre un mondo nuovo: c’è la possibilità di vedere il nuovo nel noto, di meravigliarsi e di rimettere in discussione se stessi ed eventuali scelte, che forse non avremmo fatto se non ci fossimo fermati a riflettere.