La laurea in Psicologia diventa abilitante: il nuovo decreto-legge del MUR ha introdotto questa interessante novità per chi decide di intraprendere un percorso di studi stimolante e in grado di aprire diverse strade nel futuro lavorativo.
Cosa cambia rispetto al passato? Come avverranno le abilitazioni alla professione di psicologo? Come conseguiranno l’abilitazione coloro che sono già iscritti all’università o che hanno appena terminato gli studi?
Scopriamolo insieme.
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Laurea abilitante Psicologia: cos’è e come funziona
I corsi di laurea abilitanti sono stati introdotti con la legge del 9 novembre 2021, che ha dato vita a percorsi di studio specifici, al termine dei quali i laureati sono abilitati alla professione per cui hanno studiato.
Nel corso del prossimo anno accademico le università sono tenute ad adeguare la propria offerta alle nuove linee dettate dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
Durante degli anni universitari, secondo la nuova modalità, gli iscritti al corso di laurea in psicologia dovranno portare a termine un tirocinio e delle attività professionalizzanti, regolate dal decreto del MUR.
Nello specifico:
- tirocinio: da svolgere in strutture sanitarie, pubbliche o private, accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale. A questa attività sono assegnati un minimo di 14 CFU;
- attività formative professionalizzanti: ai 20 CFU riservati al tirocinio corrispondono almeno 20 ore di attività formative professionalizzanti e massimo 5 ore di attività di approfondimento supervisionata.
Gli studenti che, entrata in vigore la nuova disciplina, sono iscritti al corso di laurea secondo l’ordinamento didattico non abilitante hanno la possibilità di effettuare il passaggio al percorso che abilita alla professione.
Come avviene l’abilitazione per i laureati?
Coloro che hanno già conseguito o che conseguiranno la laurea magistrale in psicologia in base al precedente ordinamento didattico non abilitante, possono conseguire l’abilitazione professionale superando un tirocinio pratico-valutativo e una prova pratica valutativa.
Il tirocinio pratico-valutativo, della durata di 750 ore pari a 30 CFU, consiste in attività da svolgere presso strutture sanitarie pubbliche o private accreditate e contrattualizzate con il Servizio sanitario nazionale. Il tirocinio da svolgere prevede:
- attività, svolte individualmente o in piccoli gruppi, finalizzate all’apprendimento di metodi, strumenti e procedure relativi ai contesti applicativi della psicologia;
- esperienze pratiche, laboratori, simulazioni, role playing, stesura di progetti, svolti individualmente o in piccoli gruppi, concernenti strumenti, metodi e procedure, finalizzati allo sviluppo delle conoscenze necessarie ad operare nei contesti in cui intervengono gli psicologi.
La prova pratica valutativa, invece, verte sull’attività svolta durante il tirocinio, sui legami tra teorie/modelli e pratiche professionali e su aspetti di legislazione e deontologia professionale.
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