Intervistato da Il Sole 24 ore, Andrea Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale (Cun), conferma quello che già sapevamo: “nel nostro Paese si punta a formare medici d’eccellenza da Udine a Caltanissetta, ‘esportabili’ in tutta Europa: il neo laureato italiano può andare a lavorare in Francia, come in Inghilterra senza problemi. E viceversa”.
Punta il dito contro la formazione in Medicina all’estero, in particolare in Stati dell’Est, come la Bulgaria o la Romania, senza dimenticare anche gli avamposti italiani di Chiasso e San Marino, dove i corsi di laurea d’area medica sono a libero accesso, qualificandole come formazione di serie B, “scappatoie in cui si entra dalla porta di servizio e non dal portone principale”.
Secondo Lenzi, vale sempre la pena tentare il test di accesso e provare l’ingresso ai nostri corsi di laurea. Interrogato sulle intenzioni del Ministro di abolire il test di ammissione a Medicina, riconosce che “nessuno Stato civile si può permettere un numero infinito di immatricolazioni. Primo perché costa troppo, poi perché non è giusto creare false speranze. Una selezione è necessaria, si può discutere come sia meglio farla, se i test siano adeguati. Ma non si può prescindere da un numero programmato. Sono d’accordo che il sistema dei quiz debba essere migliorato, ma scegliendo scappatoie si rischia anche una preparazione di minore qualità”, conclude.
Rimaniamo intanto in attesa di scoprire il programma del Ministro Giannini in merito alle ammissioni per l’a.a. 2015/2016; annunciato e presentato il piano per #labuonascuola , avviato l’anno scolastico in corso e delegate agli atenei le selezioni scritte per i futuri insegnanti, ora riteniamo sia arrivato il momento di dare risposte agli studenti del quinto anno delle superiori. I loro predecessori, sapendo del test ad aprile, già da settembre 2013 cominciarono a prepararsi: come dovranno regolarsi quest’anno i maturandi?