22 matricole su 100 dichiarano di aver scelto il corso di laurea sbagliato. E’ quanto risulta dall’ultima ricerca condotta dal Cun, il Consiglio universitario nazionale, che ha evidenziato le difficoltà dei neodiplomati a gestire il proprio futuro lavorativo e di studio.
Malgrado il calo costante degli iscritti all’università registrato nell’ultimo decennio (a sentire il Miur, parliamo del 20 per cento in meno dal 2003 al 2012), inaspettatamente nel 2012 le matricole appena maturate sono aumentate del 50 per cento rispetto al 2011 (fonte Miur). Il “Progetto Orientamento”, l’indagine del Cun condotta su un campione di circa 1.900 neodiplomati nel 2012, ha però evidenziato che l’8 per cento di questi nuovi universitari ha abbandonato il corso al primo anno e il 14 per cento risulta ancora iscritto ma a un corso diverso o in un altro ateneo. Le rinunce coinvolgono soprattutto i diplomati degli istituti tecnici (24 per cento) e professionali (19 per cento), meno i liceali (4 per cento).
Tutta colpa di un cattivo orientamento durante la scuola o, peggio ancora, della sua totale assenza, stando ai risultati dell’indagine del Cun. La ricerca riferisce infatti che, a un anno dal diploma, solo chi ha seguito un percorso di orientamento non intende cambiare né corso né ateneo. E le percentuali sono alte: ciò accade del 95 per cento dei casi, anche se il dato cala all’86 per cento per i diplomati degli istituti professionali. Secondo Fabio Naro, docente alla Sapienza di Roma nonché membro del Cun e direttore del sondaggio, “gli studenti che hanno fatto orientamento si iscrivono all’università in percentuale maggiore rispetto a coloro che non vi hanno partecipato e ottengono in media risultati migliori rispetto a chi non l’ha fatto”.
Tra le iniziative più utili ai fini dell’orientamento compaiono sicuramente quelle che consentono di conoscere da vicino la realtà universitaria, come per esempio assistere alle lezioni (38 per cento) o parlare con i referenti dei corsi di laurea (27 per cento). Internet è lo strumento più utilizzato per reperire notizie sul corso di laurea (84 per cento), seguito da università (64 per cento), genitori (37 per cento), amici (36 per cento), scuola (23 per cento) e giornali (19 per cento). Il 75 per cento degli intervistati ha perfino partecipato a iniziative di orientamento post-diploma in collaborazione tra scuole e università (l’80 per cento dei liceali e il 60 per cento tra i professionali), da cui il 56 per cento ne è uscito soddisfatto.
Poco confortanti i dati sull’occupazione di coloro che rinunciano agli studi universitari. A un anno dal diploma, il tasso di occupazione sfiora il 32 per cento degli intervistati, il 40 per cento nel caso dei diplomati professionali. Solo il 9 per cento lavora stabilmente con contratti a tempo indeterminato e/o attività autonome (di questi, l’11 per cento di diplomati professionali, il 9,5 per cento di liceali e il 9 per cento di tecnici), mentre il 25 per cento usufruisce di contratti a tempo. In media, il 68 per cento degli occupati lavora part-time o saltuariamente (la quota sale all’83 per cento tra i liceali e scende al 48,5 per cento tra i diplomati professionali). Il 19 per cento invece resta a casa e, fra questi, il 5 per cento non cerca nemmeno un impiego.
Quindi, se temete di sbagliare o se semplicemente siete ancora indecisi su cosa fare da grande, occhio al percorso disegnato ad hoc da Ammissione.it che vi condurrà a una scelta consapevole del corso di studi universitari. Cimentatevi con i nostri test della personalità e test attitudinali, i cui risultati vi daranno gli elementi per meglio comprendere voi stessi e le vostre reali inclinazioni.