Il 16 settembre è stata resa pubblica la 10° edizione del QS World University Rankings, che utilizza 6 indicatori-chiave di performance per valutare e paragonare ogni anno le università “top” nel mondo. Nell’ultimo decennio la classifica è rimasta piuttosto stabile, con qualche piccolo cambiamento anno per anno. Inoltre, le differenze tra gli atenei al Top sono incredibilmente piccole: tutti performano in maniera pressoché perfetta rispetto agli indicatori utilizzati.
Come la classifica può far notare, le posizioni più alte sono dominate dalle università americane e britanniche, che occupano ciascuna la metà della top ten. Inoltre altre 5 università degli USA e 2 della Gran Bretagna si trovano nella top 20 , ma la lista cominciava già a questo punto a divenire più internazionale. In generale, sono presenti 28 atenei americani nei primi 100 e 19 britannici – mentre metà della top100 è occupata da atenei estranei ai due paesi.
Tra questi, la Svizzera ETH di Zurigo, che occupa la 12 posizione, è l’università con il ranking più elevato, seguita dalla vicina Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) al 17° posto. Le università canadesi University of Toronto e la McGill University occupano rispettivamente il 20° e il 21°, seguite alla 22° posizione dalla National University of Singapore (NUS). Tra le prime 30 inoltre troviamo l’Ecole Normale Supérieure de Paris (24° posto), l’Australian National University (25°) e l’ University of Hong Kong (28°).
La Korea del Sud, il Giappone, la Danimarca, Cina, Germania e Paesi Bassi hanno almeno un’istituzione in rappresentanza tra le prime 50, mentre allargando la visuale alle prime 100 troviamo atenei anche dalla Svezia, Finlandia, Irlanda, Taiwan, Belgio e Nuova Zelanda. La top 200 globale prevede circa 31 nazioni.
Ecco una parte della classifica:
Un trend che salta all’occhio nella classifica riguarda il successo ottenuto dagli atenei che puntano sui corsi di laurea STEM (science, technology, engineering and mathematics). Non a caso occupano il vertice della graduatoria la MIT del Massachusetts (Massachusetts Institute of Technology ) e la US STEM specialist California Institute of Technology (Caltech), che ha gudagnagnato quest’anno 2 posizioni. Si può dire lo stesso della UK’s Imperial College London, che passa dalla 5° alla 2° posizione, a pari grado con l’Università di Cambridge.
Come ha scritto Danny Byrne nel suo commento alla classifica, sembra che le istituzioni che si sono focalizzate su scienze e tecnologie hanno avuto particolarmente successo, “bilanciando l’eccellenza della ricerca con dimensioni medie ed una internazionalizzazione accettabile”.
Il primo scopo della QS World University Rankings consiste nell’aiutare gli studenti nella scelta. Sin dal primo ranking del 2004, si sono studiati oltre 800 università in tutto il mondo. Le prime 400 occupano un posto specifico nella classifica, mentre le restanti 400 vengono unite in multi-gruppi (400-410, sino a 701-800)
Gli atenei vengono paragonati attraverso lo studio di 4 macro-aree, di interesse primario per gli studenti: la ricerca, l’insegnamento, la possibilità di impiego e il respiro internazionale.
Queste 4 aree sono valutate utilizzando 6 indicatori, ognuno dei quali ha un peso percentuale differente: 4 indicatori presentano dati oggettivi, mentre i 2 rimanenti sono valutati attraverso sondaggi – uno agli accademici e un altro agli impiegati.
A seguire la guida dei 6 indicatori utilizzati:
1) Reputazione Accademica (40%)
La reputazione accademica è misurata utilizzando un sondaggio globale, nel quale è richiesto agli accademici di identificare le istituzioni presso le quali, a loro giudizio, si lavora al meglio nel proprio campo d’azione.
Per questa edizione, i ranking hanno studiato quasi 63,700 risposte da accademici di tutto il mondo, raccolte in oltre 3 anni. Sono state utilizzati i risultati dei partecipanti più recenti, e non era possibile nominare il proprio ateneo.
Il vantaggio di tale indicatore è che dà il medesimo peso ad aree di discipline diverse. Ad esempio, se le votazioni per area sono più numerose per le scienze biomediche che per la letteratura inglese, la votazione per reputazione accademica ha un peso uguale qualunque sia il campo di applicazione.
Inoltre questo indicatore dà agli studenti una sensazione di unanimità dei consensi da parte dei cosiddetti “esperti”. Può capitare che gli accademici non si trovino a proprio agio nel commentare gli standard di insegnamento delle altre istituzioni, mentre sono ben predisposti invece nel valutare il luogo in cui si tiene la ricerca ottimale inerente il proprio campo di studi.
2) La reputazione degli impiegati (10%)
Anche questo indicatore è stato fornito attraverso un sondaggio globale, nel quale sono state raccolte circa 28.800 risposte per quest’ultima edizione. Il sondaggio richiedeva agli impiegati di identificare, secondo la propria percezione, le università da cui uscivano i migliori laureati. Tale indicatore è unico a livello dei ranking mondiali internazionali.
Lo scopo del sondaggio è di dare agli studenti la sensazione più corretta di come vengano considerati gli atenei da parte degli operatori del settore. Un peso maggiore viene dato ai voti delle università straniere rispetto a quelle della propria nazione, così da aiutare gli studenti nell’identificazione delle università a livello internazionale.
3) Rapporto Studenti-facoltà (20%)
Questo indicatore è semplicemente la misura del numero di professori universitari rispetto al numero di studenti iscritti. In assenza di standard internazionali per misurare la qualità dell’insegnamento, l’indicatore fornisce una visuale degli atenei meglio organizzati a coprire le classi ed avere una supervisione anche del singolo individuo.
4) Menzioni per ateneo (20%)
“Menzione” sta a significare quando la ricerca di un ateneo è stata menzioanta all’interno di un’altra ricerca. Generalmente, più spesso si viene citati dagli altri più si è influenti. In tal modo, più spesso viene citato un ateneo nelle pubblicazioni delle riviste di settore, più importante viene considerata la ricerca in questione.
QS raccoglie tali informazioni utilizzando Scopus, il database più grande di menzioni ed estrazioni inerenti la ricerca. Sono stati usati i dati degli ultimi 5 anni, ed il conteggio totale delle menzioni è valutato in relazione con il numero di membri di ateneo presenti nelle singole università, così da non avvantaggiare necessariamente le istituzioni più grandi
5 & 6) Rapporto dei docenti stranieri (5%) & Rapporto degli studenti stranieri (5%)
Gli ultimi 2 indicatori si prefiggono di valutare il successo delle università ad attrarre studenti e professori dalle altre nazioni. Esso é basato sulla proporzione tra studenti e membri di facoltà stranieri rispetto al numero totale. Ognuno di questi indicatori pesa per il 5% del totale.
E’ possibile consultare i risultati di ogni singolo indicatore, e non solo la classifica generale.
Ma è possibile consultare anche il ranking di ogni singolo ateneo, suddiviso anche nelle varie aree di studio: arte e studi umanistici, ITC, scienze della vita e medicina, scienze naturali, scienze sociali ed economia. Queste graduatorie utilizzano una metodologia apposita, basata solo sui sondaggi a docenti ed impiegati.