U-Multirank, il sistema di ranking europeo delle università

U-Multirank, il sistema di ranking europeo delle università

La Rete brulica di classifiche dei migliori atenei del mondo, in cui raramente compaiono le nostre università. Anche noi, qualche giorno fa, ve ne abbiamo proposta una, quella del Times Higher Education, ma solo perché che collocava la Bicocca di Milano e Roma Tre tra le migliori cento università più giovani del mondo. Oggi, invece, vi segnaliamo un altro ranking, che pure ha qualcosa di particolare. Parliamo di “U-multirank”, un nuovissimo sistema di classifica europea che, un po’ a sorpresa, piazza alcuni nostri piccoli atenei in posizioni più che dignitose, con addirittura l’Università di Trento che compare tra le prime dieci nell’ambito dei Business Studies.

Fortemente voluto (e finanziato per 2 milioni di euro) dalla Commissione europea, U-Multirank è un progetto unico nel suo genere perché nasce per fornire una guida sull’offerta universitaria più chiara, semplice e oggettiva. Il portale valuterà le performance di oltre 850 atenei di tutto il mondo (il 62% dall’Europa, il 17% dal Nord America, il 14% dall’Asia e il 7% da Oceania, America Latina e Africa) permettendo agli studenti di costruire una classifica personalizzata in base alle loro particolari esigenze. “Il sito – spiega Androulla Vassiliou, commissaria europea responsabile per l’Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù – analizza le performance delle università secondo tanti indicatori, sottolineando i punti di forza di ciascun ateneo”. In altre parole, la filosofia che sta dietro U-Multirank è che non esiste la classifica dei migliori cento atenei, ma ciascuno di questi ha un proprio valore.

La qualità della ricerca, la qualità d’insegnamento e di apprendimento, l’orientamento internazionale, il successo nel trasferimento delle conoscenze (per esempio partnership con imprese e start-up) e coinvolgimento regionale sono i cinque indicatori attraverso cui U-Multirank valuterà le “prestazionei” complessive delle università, le quali verranno collocate in ambiti accademici selezionati: nel 2014 i campi saranno solo quelli degli studi commerciali, ingegneria elettrica, ingegneria meccanica e fisica; l’anno prossimo saranno aggiunti psicologia, informatica e medicina.

E veniamo ai risultati. Nel campo della ricerca l’Italia è messa maluccio: il primo ateneo del Belpaese è la Bocconi, che si colloca ben oltre la centesima posizione in classifica, seguito da Genova e dalla Bicocca di Milano. Un po’ più giù troviamo Pavia e la Statale di Milano; buona anche la piazza dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Le cose migliorano nell’ambito dell’Economia: il Politecnico di Milano è al 48esimo posto, seguito a distanza (oltre la duecentesima posizione) dalle università di Trieste, Milano Bicocca, Pavia, Padova, Roma Tor Vergata e Cassino. Primato, invece, per l’Università di Trento, che addirittura compare all’ottavo posto per Business Studies (che più o meno corrisponde all’Economia aziendale). La Scuola di Economia, management e statistica dell’Università di Bologna è al 26esimo posto. Solo 76esima la Bocconi, 95esimio il Politecnico di Milano, oltre il 120esimo posto Roma La Sapienza.

Secondo la commissaria Ue Vassiliou, U-multirank è “un sistema di valutazione moderno e complesso che può cogliere pienamente le diversità dell’istruzione superiore. Le graduatorie internazionali esistenti tendono ancora ad attribuire troppa importanza alla reputazione nell’ambito della ricerca. U-multirank invece è uno strumento che aiuterà i giovani a fare le scelte giuste e spingerà gli atenei a migliorare le loro prestazioni in un’ampia gamma di attività. Sarà inoltre utile ai decisori politici poiché offrirà loro maggiori informazioni per sviluppare efficaci strategie future nell’ambito dell’istruzione superiore”.

Per garantire l’imparzialità, la qualità e la verifica di U-multirank, la Commissione ha aggiudicato a un consorzio indipendente composto da 15 organizzazioni il compito di effettuare la graduatoria. Il Centre for Higher Education (CHE) in Germania e il Center for Higher Education Policy Studies (CHEPS) nei Paesi Bassi condurranno l’iniziativa e collaboreranno con altri partner, tra i quali il Centre for Science and Technology Studies at Leiden University (CWTS), la casa editrice scientifica Elsevier, la fondazione Bertelsmann e la software house Folge 3.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *