Il Programma Erasmus rischia di chiudere. E con esso il sogno di milioni di studenti che da oltre 25 anni soddisfano il loro desiderio di un’esperienza di studio all’estero. Al solito, problemi di soldi.
L’Unione Europea non ha più fondi per finanziare il progetto. I Paesi membri hanno tagliato i contributi per l’iniziativa e con ogni probabilità non ci sarà danaro in cassa per sostenere le richieste degli studenti avanzate per l’ultimo trimestre del 2012. Per fortuna, però, pare che la Commissione Bilancio del Parlamento europeo abbia approvato in extremis alcuni emendamenti affinché il Programma possa proseguire almeno nel 2013.
Lanciato nel 1987 dall’allora Comunità Europea, il Programma Erasmus – che attualmente vede la partecipazione di oltre 4mila istituzioni universitarie di ben 31 paesi europei – ha offerto a oltre 2 milioni di studenti la possibilità di spendere un periodo di studio in un’Università europea, dove poter sostenere esami o svolgere ricerche per la propria tesi di laurea. Malgrado l’esiguità della borsa di studio, con la quale non sempre i ragazzi riescono a coprire i costi del soggiorno all’estero, Erasmus ha rappresentato un’opportunità per gli studenti per imparare una nuova lingua, conoscere culture diverse, mettersi alla prova vivendo in maniera indipendente per la prima volta. Il Programma, dunque, è stato da sempre sinonimo di impegno, di sfida, di sacrificio, ma anche di divertimento, come quello dei protagonisti di quel vecchio film “L’appartamento spagnolo”, che ha descritto – magari esagerando un po’ – un anno di vita di studenti Erasmus a Barcellona.
Purtroppo, nell’appendice di questo 2012 non ci potrà essere alcuno scambio tra le Università europee per mancanza di soldi. Per esattezza, a subire la scure dei tagli è stato il più generale Fondo sociale europeo, che si occupa prevalentemente di finanziare progetti per lo sviluppo e la promozione della coesione dei diversi stati membri. Dal suo budget di bilancio 2012/2013 sono stati infatti depennati 4 miliardi di euro. Il motivo? La rendicontazione economica presentata da alcuni Paesi dell’Unione, criticata da altri Paesi membri perché spesso ritenuta ricca di voci di spesa giudicate eccessive e, in alcuni casi, addirittura immotivate. Le cose, però, dovrebbero aggiustarsi nel 2013, anno in cui il Programma Erasmus dovrebbe riprendere a funzionare – sebbene in forma ridimensionata – grazie a un provvedimento dell’ultima ora del Parlamento europeo.