Nel contesto accademico, l’uguaglianza di genere e l’inclusività sono le due sfide principali per costruire un ambiente equo e favorevole per tutti.
Per questo motivo, sempre più università stanno adottando politiche volte a promuovere l’inclusione nel tentativo di colmare queste lacune storiche e creare spazi di apprendimento accessibili a tutti. Questo tema è particolarmente rilevante nell’ambito delle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica) dove si è registrata una disparità di genere non indifferente.
Se si analizzano le disparità tra ragazzi e ragazze in termini di percentuali, si può ottenere una buona chiave di lettura per affrontare le sfide legate all’inclusione e alle opportunità lavorative in questo ambito.
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Inclusività nel mondo accademico: le discipline STEM
Nonostante i progressi ottenuti negli ultimi decenni, le disuguaglianze permangono in molte aree del mondo accademico a partire dal numero di iscritti ai corsi fino ad arrivare ai ruoli più prestigiosi.
Le donne, infatti, costituiscono una parte crescente del corpo studentesco ma spesso sono sottorappresentate nelle discipline STEM rimanendo predominanti del settore umanistico-sociale. Queste differenze sono strettamente legate a stereotipi di genere. Si attesta, infatti, una percentuale tra il 20% e il 30% nelle STEM e un 60% nelle discipline umanistiche.
Sebbene molte donne rappresentino una percentuale significativa di coloro che ottengono un dottorato di ricerca, faticano ad accedere a ruoli più importanti e più ‘alti’ nel mondo universitario questo perché le carriere accademiche tendono ad essere caratterizzate da percorsi lunghi e incerti che si scontrano con esigenze personali creando una disparità che può spesso ostacolare le ambizioni accademiche.
Inoltre, le lauree in questo ambito offrono molti vantaggi sul piano occupazionale. Tuttavia, la minore presenza femminile riflette una disparità anche nel lavoro. Colmare questo gap, significherebbe favorire una maggiore diversità anche nell’economia del futuro.
Le politiche di diversity nelle università
Cosa sono le politiche di diversity?
Sono strategie e pratiche messe in atto da organizzazioni, aziende e istituzioni per promuovere e valorizzare la diversità all’interno dei loro ambienti. L’obiettivo è quello di creare un contesto inclusivo ed equo in cui tutti possano sentirsi ugualmente accettati e rispettati.
Queste politiche si concentrano su:
- Rappresentanza: assicurare che tutti i gruppi abbiano le stesse possibilità
- Inclusione ed equità: creare un ambiente accogliente in cui le persone possano partecipare senza discriminazioni e/o esclusioni. Le università possono, ad esempio, offrire corsi di formazione contro le discriminazione, ‘safe spaces’ e supporti psicologici
- Cultura organizzativa: promuovere una cultura che miri al confronto tra persone di background diversi, incoraggiando al rispetto e alla sensibilità attraverso iniziative educative e reti di supporto.
L’implementazione delle politiche di diversity è un atto di giustizia sociale ma anche una leva fondamentale per migliorare la qualità dell’istruzione e della ricerca. Gli ambienti accademici inclusivi e diversificati prediligono un confronto ricco di idee, prospettive e approcci innovativi. La presenza di un corpo studentesco eterogeneo può influenzare la formazione degli studenti, preparandoli ad operare in un mondo globalizzato e interconnesso. La diversità non è solo un valore morale ma uno strumento per formare cittadini e professionisti consapevoli e aperti al confronto.
Strategie per un’università più inclusiva
Per affrontare queste sfide, oltre alle politiche di diversity che abbracciano le differenze non solo di genere ma anche culturali e/o religiose, le università potrebbero adottare delle politiche specifiche volte a promuovere l’inclusione nelle STEM.
Eccone alcune:
- Borse di studio apposite
- Programmi di mentoring in cui donne professioniste nel settore possano guidare le giovani studentesse che si avvicinano a questo percorso universitario
- Campagne di sensibilizzazione
In più, è importante anche la collaborazione tra università e aziende del settore STEM al fine di creare percorsi di tirocinio e opportunità di networking che offrano un accesso diretto al mondo lavorativo mostrando le varie carriere che questo mondo offre.
Ridurre il divario di genere significa offrire pari opportunità ma anche costruire un futuro innovativo. In questo modo, l’università si riconfermerebbe come un centro di formazione e di crescita a 360°.
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