La Bocconi al 24esimo posto e La Sapienza di Roma al 90esimo posto. Dove? Nella classifica delle università che producono più milionari al mondo. Sì, avete letto bene! A dirlo è una società di ricerca, la WealthInsight, la quale, non paga di tutti i ranking esistenti in materia di università, ha sfornato la classifica delle 500 università che «producono più milionari» al mondo. E in cosa si sono laureati i super paperoni? Verrebbe di dire Economia. E invece, no. La novità è che i milionari di questo ranking hanno studiato soprattutto Ingegneria.
L’indagine, realizzata in collaborazione con la rivista Spear’s, è stata condotta su 70mila magnati di 200 differenti Paesi e conferma i risultati di altri importanti ranking universitari: a fare la parte del leone nella top ten della classifica è il solito connubbio Usa/Regno Unito. In dettaglio, sul podio troviamo Harvard, Harvard Business School e Stanford University; al quarto posto segue la University of California, al quinto la Columbia e al sesto Oxford. Il Mit di Boston occupa il settimo posto mentre all’ottavo si piazza la New York University. Cambridge e University of Pennsylvania chiudono la top ten rispettivamente al nono e decimo gradino.
Tra le italiane, la Bocconi si piazza 24esima e, sebbene lontana, 90esima La Sapienza di Roma. Tutto sommato, però, si tratta di posizioni di un certo rilievo, anche perché precedono quelle di atenei prestigiosi come la London School of Economics e l’Imperial College. Grazie a questi piazzamenti, comunque, l’Italia occupa il settimo posto nella graduatoria mondiale per la formazione di miliardari, così composta: Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Francia, India, Germania, Italia, Cina, Russia e Svezia.
Dall’indagine, inoltre, è emerso che, mentre in passato i paperoni prediligevano indirizzi di studio tradizionali come legge, economia, commercio, finanza o scienze politiche, oggi il corso di laurea che va per la maggiore è Ingegneria. In un mercato del lavoro come quello attuale, che guarda meno ai curricula e più agli impulsi innovativi, “molti ingegneri non sono di fatto ingegneri, ma imprenditori”, spiega il Rapporto di WealthInsight, e la storia della finanza è costellata da laureati in Giurisprudenza che “non devono le loro fortune all’aver praticato le propria professione, ma all’aver scalato posizioni nel settore dei servizi”.
Il trend non sembra arrestarsi. Per cui, se la vostra ambizione è il danaro, tanto danaro, vi diamo una dritta sul corso di laurea da scegliere nel prossimo futuro: in un mercato sempre più “tech” una laurea in Ingegneria informatica, sempre secondo WealthInsight, potrebbe essere la carta vincente.