La possibile riforma del test di accesso a Medicina comporterebbe non solo sconvolgimenti nel mondo sanitario – in senso stretto – ma andrebbe a coinvolgere anche l’ambito scientifico-farmaceutico, con ripercussioni anche sugli altri corsi di laurea d’area sanitaria, come appunto Farmacia e CTF.
Questo è in sintesi quanto riportato in evidenza dal Senatore Andrea Mandelli, presidente dal 2009 della Fofi (Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani), che ha fatto il punto su test di ammissione, sulle opportunità lavorative e, conseguentemente, sull’esame di stato per farmacista.
Ricordiamo in via preliminare che, come si legge sul sito istituzionale, la F.O.F.I. “sovrintende e tutela la professione del Farmacista nell’interesse della collettività nazionale; è centro propulsivo per la crescita culturale e lo sviluppo professionale del Farmacista; è tramite istituzionale tra la professione del Farmacista e le pubbliche amministrazioni.”
Ed è nell’ottica di queste priorità che il Sen. Mandelli è intervenuto recentemente ai tavoli di discussione su tematiche come il lavoro, il numero di accessi e soprattutto la riforma dell’esame di Stato che potrebbero fornire alla laurea in farmacia una ventata di novità, commentando, secondo il proprio punto di vista , le possibili direzioni per ciascuno dei punti posti sul tavolo di discussione.
Il primo elemento valutativo della laurea in farmacia è stato ovviamente il recente aumento nel numero di candidati, emerso negli ultimi test, che fa ben sperare in merito all’interesse e la qualità stessa del corso di formazione ma, contemporaneamente, deve far riflettere sulle reali possibilità di mercato disponibili in via pratica, ciò nonostante il possibile accorpamento alla facoltà di Medicina con un primo anno condiviso che ha lasciato grandi perplessità nel settore universitario. “Occorre tenere alta la guardia sulla regolazione degli accessi – ha esordito Mandelli – nel caso di farmacia il numero dei candidati non è soltanto più alto dei posti disponibili ma anche superiore a quello delle reali possibilità di ingresso nel mondo del lavoro…un primo anno condiviso tra facoltà di area scientifica potrebbe contribuire a ridurre gli ostacoli alla collaborazione interprofessionale, che ancora oggi sussistono nel nostro paese…tutto dipende da come verrà articolato“.
Inevitabile, nella valutazione dei temi relativa alla laurea in farmacia, un’opinione su tempi e modalità della tanto richiesta riforma dell’esame di Stato per la quale sono recentemente emerse forti criticità rispetto le tempistiche e le competenze da integrare nel nuovo testo per agevolare la figura professionale, il tutto ritenuto normale per un procedimento tanto importante da richiedere un confronto ad ampio spettro con tutte le parti coinvolte. “Dal momento che l’esame di Stato abilita il farmacista determinando i campi d’azione e gli atti professionali, è naturale che la Federazione elabori una sua proposta raccogliendo anche tutti i contributi che giungono dalla professione. Quanto ai tempi – ha concluso Mandelli – bisogna tenere conto della situazione complessiva, della volontà politica di affrontare un percorso di riforma“.
Le precisazioni del Sen. Mandelli arrivano in concomitanza con le dichiarazioni del Ministro Giannini che, in un recentissimo intervento al Forum all’ANSA, ha dichiarato di non aver mai pensato di eliminare il numero programmato, nonché che le nuove regole d’accesso riguarderebbero solo il cdl in Medicina, per il quale è presente lo sbilanciamento maggiore di candidati su posti.
fonte: quellichelafarmacia del 18/09/2014