Nuovo Codice deontologico per i medici d’Italia

I medici italiani hanno un nuovo codice deontologico. Una revisione, quella approvata ieri a Torino, resasi necessaria dall’evoluzione della medicina negli ultimi anni. Il testo, però, non è stato votato all’unanimità; contrari una decina Ordini, con in testa Milano e Bologna, per via di alcuni articoli giudicati “inaccettabili”. Il Codice sarà presentato ufficialmente a Roma il prossimo 23 maggio.

Dopo otto anni dall’ultima versione datata 2006, i nostri medici hanno sentito l’esigenza di darsi nuove regole in materia di comportamento professionale, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con i malati, l’impiego delle tecnologie, il loro ruolo in un contesto di gestione aziendale. Il nuovo Codice, così, si arricchisce di quattro articoli inediti. Il primo è dedicato alla medicina militare, che vede l’introduzione della voce bioterrorismo e del divieto assoluto, per il medico, di essere coinvolto a qualunque titolo nel reato di tortura. Il secondo tratta di medicina potenziativa o cyber medicina, un modo per fissare nuove frontiere ai limiti fisiologici. Infine, la telemedicina, che non potrà mai sostituirsi alla visita di persona al paziente, e le organizzazioni sanitarie, in cui il medico deve restare autonomo rispetto alle logiche dell’aziendalizzazione.

Il nuovo Codice ha anche toccato temi quali la prevenzione del rischio clinico, la sicurezza delle cure, il controllo del dolore e delle cure palliative, le competenze professionali, la lotta all’abusivismo e il consenso informato. Infine, accanto alla normale dizione di “paziente”, compare il termine “persona assistita” con questa differenza: si dice “paziente” quando si parla di cure, mentre si introduce l’espressione “persona assistita” negli articoli di più ampia accezione, ovvero nell’ambito più generale della promozione della salute.

Alcuni Ordini provinciali, però, hanno dissentito dalle modifiche introdotte nell’attuale Codice e al momento stanno valutando sul da farsi: continuare ad attenersi alla versione 2006; adeguarsi alla nuova, ma modificandone alcune parti; fare ricorso contro la delibera che adotta l’ultimo testo. Secondo il presidente dell’Omceo di Milano, Roberto Carlo Rossi, “pur se migliorata in molte parti, la nuova versione del Codice è in alcuni suoi articoli inaccettabile. A proposito di etica, per esempio, il concetto di eutanasia è stato inutilmente sostituito da una perifrasi”. Il nuovo Codice deontologico, in ogni caso, non è ancora completo: a giugno dovrebbero essere approvati gli allegati sul giuramento d’Ippocrate, conflitto d’interessi, ricerca e sperimentazioni.