AlmaLaurea, come ogni anno, ha pubblicato il rapporto sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati, prendendo in esame, nel primo caso, 281mila laureati del 2022 di 77 Atenei, mentre nel secondo 78 Atenei e 670mila laureati.
Il primo dato che emerge è che, tra alcuni laureati 2022, sono presenti ancora gli effetti della pandemia, che si traducono in minori esperienze di studio all’estero e minor uso dei laboratori, postazioni informatiche e biblioteche universitarie.
Aumentano, però, le esperienze di tirocinio curriculare, dopo il calo registrato tra il 2020 e 2021, che risultano, insieme alle esperienze all’estero, essere un fattore importante nelle possibilità di trovare lavoro dopo gli studi.
Rapporto AlmaLaurea 2023: migliora l’occupazione a un anno dalla laurea
Rispetto alla rilevazione del 2021, è aumentato il tasso di occupazione di 0.9 punti per i laureati di primo livello e di 2,5 punti per quelli di secondo livello. I dati confermano, quindi, il miglioramento della capacità di assorbimento del mercato del lavoro, che aveva subito un arresto nel 2020, con lo scoppio della pandemia.
A cinque anni dalla laurea, invece, il tasso di occupazione è pari al 92,1% tra i laureati di primo livello e all’88,7% tra i laureati di secondo livello.
Gruppi disciplinari e lavoro
Quali sono i gruppi disciplinari con il tasso di occupazione superiore?
A rispondere alla domanda sono i dati AlmaLaurea sul lavoro dei laureati di secondo livello a cinque anni dal titolo.
Vediamo che il gruppo di Ingegneria industriale e dell’informazione e quello di Informatica e tecnologie ICT è quello che registra il livello più alto di occupazione. Livelli più bassi si registrano, invece, tra i laureati del gruppo giuridico, letterario-umanistico, arte e design.
Per approfondire i dati, consulta il rapporto completo del Consorzio.
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