Esame di maturità: come analizzare un testo letterario in poesia?

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Per riuscire ad elaborare una buona analisi bisogna dimostrare di aver compreso il testo, di saperlo analizzare definendone gli aspetti stilistici, narrativi e formali; occorre, inoltre, fornire una propria interpretazione, facendo anche dei riferimenti ad altre opere dell’autore e al periodo storico, sociale, culturale a cui appartiene.

Per analizzare un testo letterario la prima azione da compiere è interrogare il testo per individuare le linee che il testo stesso offre; poiché molte informazioni sono già comprese nella traccia stessa occorre dunque innanzitutto una lettura approfondita sia della traccia che delle consegne e la comprensione del significato di tutte le parole presenti, magari con l’aiuto del dizionario.
Normalmente, nelle consegne sono presenti anche delle notizie sull’autore (breve biografia, bibliografia) che consentono di inquadrarlo nel contesto storico d’appartenenza anche quando magari non è stato affrontato in maniera approfondita durante l’anno scolastico.

Quando la traccia presenta un testo letterario in prosa, dopo averlo letto attentamente bisogna dimostrare di averlo compreso e quindi di farne un riassunto.
Nel caso di un testo letterario in poesia il primo passo da compiere è eseguire la parafrasi, ossia trascrivere il testo in un linguaggio semplice e lineare.
A questo punto si può dire conclusa la fase di comprensione del testo e si passa a quella della vera e propria analisi seguendo punto per punto le richieste della traccia.

Facciamo ora un’esempio di un’analisi precisa ed efficace di un testo in poesia.

Umberto Saba – Città vecchia
Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.
Qui tra la gente che viene che va
dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci e uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
son tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.
Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.

Consegne

  • Rendi esplicito il contenuto informativo del testo in poche righe.
  • Individua gli elementi che chiariscono il rapporto dell’autore con la sua città.
  • Spiega il messaggio che Saba intende trasmettere con questa lirica.
  • Indica quali altri autori hanno prodotto liriche analoghe a questa.
  • Rileva le forme metrico-foniche della poesia, il suo registro linguistico e analizza le figure retoriche presenti.
  • Sulla base dell’analisi condotta, proponi un’interpretazione complessiva della lirica, mettendola a confronto con il testo del brano di Fabrizio De André La città vecchia.

Fabrizio De André – La città vecchia
Nei quartieri dove il sole del buon Dio
non dà i suoi raggi,
ha già troppi impegni per scaldar la gente
d’altri paraggi,
una bimba canta la canzone antica
della donnaccia.
Vecchio professore cosa vai cercando
in quel portone,
forse quella che sola ti può dare
una lezione,
quella che di giorno
chiami con disprezzo
pubblica moglie,
quella che di notte stabilisce il prezzo
alle tue voglie.
Se t’inoltrerai lungo le calate
dei vecchi moli
in quell’aria spessa, carica di sale,
gonfia di odori,
lì ci troverai i ladri, gli assassini
e il tipo strano,
quello che ha venduto per tremila lire
sua madre a un nano.
Se tu penserai e giudicherai
da buon borghese,
li condannerai a cinquemila anni
più le spese.
Ma se capirai, se ricercherai
fino in fondo,
se non sono gigli, son pur sempre figli,
vittime di questo mondo.

Comprensione del testo
L’inizio della poesia dà l’impressione di voler predisporre al racconto di una storia. C’è un personaggio, un possibile protagonista; c’è un ambiente apparentemente anonimo ma ricco di
connotazioni (città vecchia, una via oscura, qualche pozzanghera, qualche fanale, folla nella strada); c’è infine l’indicazione di un comportamento abituale, per cui il personaggio è subito visto
come legato all’ambiente (vv. 1-4). Successivamente la scena si anima; sembra che dovrà succedere qualcosa all’esterno, ma poi tutto converge sul personaggio protagonista. (vv. 5-10). Vengono presentate le diverse personalità che popolano i quartieri della città, nelle quali il poeta avverte la presenza del Signore: sono tutte creature della vita / e del dolore /; s’agita in esse,
come in me, il Signore. (vv. 11-19). Dunque nessun fatto accade, ma il pensiero si è fatto più puro in una oscura via di città vecchia (vv. 20-22).

Analisi del testo
La descrizione del fascino di Trieste non è fatta con l’animo del visitatore. Questa poesia non si presenta come un giornale di viaggio, ma è possibile avvertire nella lettura l’affetto di chi vive
in questa città, e la sente sua. Saba affermò infatti Non so, fuori di lei pensar gioconda/ l’opera, i giorni miei quasi felici,/ così ben profondate ho le radici/ nella mia terra. Egli ama tutta la sua città: nei  suoi vicoli, nelle sue osterie, nel suo ghetto, nel suo porto. Questa poesia può essere considerata complementare all’altra poesia, almeno altrettanto famosa, Trieste. Alla ricerca della solitudine e alla visione cittadina che si offre dall’alto, si sostituisce qui, in Città vecchia, l’immergersi in un’oscura via di città vecchia (v. 2), in una strada del quartiere del porto affollata dalla vita di ogni giorno.
Il poeta penetrando in una strada del quartiere del porto affollata della vita di ogni giorno, in un bagno di gente che viene e che va, nella confusione, riscopre le ragioni semplici e vere dell’esistenza, ristabilendo con gli uomini un rapporto di solidarietà. Questa è l’unica esperienza che comunica all’autore qualcosa di divino, come se fosse possibile incontrare il Signore solo in quei vicoli. In questa poesia Saba avverte il suo pensiero farsi
più puro, attribuendo alla riscoperta dell’umana fratellanza un significato di tipo religioso: è questo il messaggio del componimento. La visione della città che ci dà Saba ricorda Baudelaire, in
quanto coglie gli aspetti più sordidi e brutali dell’esistenza. Ma contrariamente a quanto è possibile osservare nell’opera del poeta maledetto, il rapporto con la realtà non è tragico e disperato.
Anche Pasolini ha descritto i quartieri degradati di una città, Roma, nei romanzi Ragazzi di vita e Una vita violenta, nonché nel film L’accattone, esaltando, come ha fatto Saba, la spontaneità e l’umanità dei personaggi che abitano questi posti squallidi; tuttavia nelle opere di Pasolini prevale la descrizione nuda e cruda della realtà, senza la partecipazione personale che emerge nelle poesie di Saba.

Il metro utilizzato è vario, ma sempre all’interno dei metri più consueti nella storia della letteratura italiana: endecasillabi, settenari, quinari. Le rime sono incrociate, secondo lo schema ABBA, a voler testimoniare ancora di più, se ce ne fosse bisogno, la ricerca di semplicità, di armonia, che accomuna Saba più ai poeti della tradizione italiana (da Petrarca in poi) che non ai suoi
contemporanei.

Interpretazione
Fabrizio De André si deve essere ispirato esplicitamente a Saba nel comporre la canzone dal titolo “La città vecchia”. I quartieri di una città raccontano la sua storia e ne rivelano il carattere. Esistono i quartieri residenziali delle famiglie ricche, le periferie dormitorio, le zone monumentali, quelle industriali.
Ci sono poi gli angoli dove si concentrano i diseredati, gli esclusi di ogni tipo. A questi guarda il cantautore genovese Fabrizio De André. Anche in questa canzone a svolgere il ruolo del protagonista  è il mondo delle prostitute, dei miserabili, dei falliti, vittime inconsapevoli della società borghese. In un certo senso essi incarnano la cattiva coscienza dell’altro mondo, quello dei ben pensanti, di chi mira al successo, al denaro, di chi fa le leggi a sua somiglianza. Immagine vivente del dolore senza ipocrisie e senza colpe, sono anche portatori di una vitalità istintiva, quindi pura, che invece la civiltà frena e nasconde.

Tratto da Memorix – L’analisi del testo, il saggio breve, l’articolo di giornale