Al termine della scuola secondaria di secondo grado ogni studente si trova di fronte ad una delle scelte fondamentali per la propria vita: continuare gli studi oppure cercare di inserirsi nel mondo del lavoro.
AlmaDiploma, in collaborazione con AlmaLaurea, ha realizzato il Rapporto 2018 sulla Condizione occupazionale e formativa dei diplomati, con l’obiettivo di scoprire su quali basi i diplomati orientano le decisioni riguardanti il futuro e come valutano il percorso di studi affrontato.
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I dati dell’indagine Almadiploma 2018
Sono stati coinvolti circa 41.000 diplomati del 2016, intervistati a distanza di un anno dal diploma, e circa 38.000 diplomati del 2014, intervistati a tre anni dal raggiungimento del titolo.
Scuola e indirizzo di studi: scelta giusta o sbagliata?
Il primo dato importante riguarda la valutazione dell’esperienza scolastica: il 45% dei diplomati 2016, a pochi mesi di distanza dalla conclusione degli studi, ritiene di aver commesso un errore nella scelta della scuola o dell’indirizzo; dopo un anno la percentuale dei “pentiti” cala del 3%.
Numeri che riflettono la delicatezza del periodo in cui si è chiamati a scegliere: al termine delle scuole medie difficilmente uno studente è pienamente consapevole della strada che intende percorrere. Decisivo, in questa fase, il supporto di genitori e insegnanti.
Gli studenti più soddisfatti risultano essere quelli provenienti da licei e scuole tecniche, mentre coloro che hanno frequentato un istituto professionale registrano una percentuale più alta di insoddisfazione.
Dopo il diploma: continuare gli studi oppure cercare lavoro?
A un anno dal diploma, circa il 67% degli studenti ha deciso di iscriversi ad un corso di laurea (i più gettonati sono quelli dell’Area Umanistica); il 19%, invece, ha preferito inserirsi nel mondo del lavoro. La percentuale restante si divide tra chi è alla ricerca di un’occupazione e chi invece, per svariati motivi, non cerca lavoro.
A tre anni dal diploma il 27% dei diplomati lavora, il 18% studia e lavora, mentre il restante 44% è impegnato esclusivamente negli studi.
La scelta di continuare gli studi è considerevole tra coloro che hanno ottenuto una valutazione alta all’Esame di Stato: gli studenti con una votazione medio-bassa, di contro, sono più tendenti a cercare lavoro dopo il diploma.
Un altro fattore importante è considerato il contesto socio-economico e culturale familiare: senza scendere nei dettagli di numeri e percentuali, i diplomati che vivono in condizioni più favorevoli da questo punto di vista sono più propensi a continuare gli studi.
La scelta dell’Università
Il 12% dei diplomati 2016 non è contento della scelta del corso di laurea. Tra questi, il 7% ha deciso di abbandonare gli studi universitari durante il primo anno, mentre il restante 5% ha già cambiato corso di laurea o ateneo.
La percentuale di insoddisfazione rispetto all’Università sale di tre punti a tre anni dal diploma: l’8% di coloro che avevano scelto di continuare gli studi ha abbandonato l’Università. La quota maggiore di “abbandono” si registra tra i diplomati agli istituti professionali (20%).
L’importanza del tirocinio
Svolgere un tirocinio durante gli studi oppure avere un’esperienza di stage in azienda subito dopo il conseguimento del diploma può risultare un fattore decisivo in termini occupazionali.
L’indagine condotta ha evidenziato che chi ha fatto un tirocinio ha il 51% di probabilità in più di entrare nel mondo del lavoro rispetto a chi non ha avuto alcuna opportunità in merito; la percentuale sale al 91% se si considera la discriminante tra chi ha avuto un’esperienza di stage in azienda dopo il diploma e chi no.
Il lavoro dopo il diploma: il contratto part-time è il più diffuso
I contratti non standard, sia per i diplomati 2016 (41%) che per quelli 2014 (32%), sono la tipologia ampiamente più diffusa.
Seguono i contratti formativi (25% per i diplomati 2016; 22% per i diplomati 2014). La quota dei contratti a tempo indeterminato comincia ad essere considerevole per i diplomati 2014 (28%), mentre risulta significativo il dato relativo a coloro che lavorano senza un regolare contratto, soprattutto per quanto riguarda i diplomati 2016 (14%).
Università o lavoro: guida alla scelta
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