Università: immatricolati in calo, ma gli abbandoni rallentano

Gli anni del boom delle immatricolazioni, quelli dei primi anni Duemila, sono lontanissimi. Allora si viaggiava su punte tra le 320 e le 330mila matricole all’anno. Da allora il calo costante che in un decennio è diventato un crollo con la perdita di oltre 60mila neo iscritti. Una fuga dagli atenei che ora sembra rallentare come dimostrano gli ultimi dati del ministero contenuto in un report sulle immatricolazioni che nell’ultimo anno accademico (2014-2015) sono calate ancora lievemente attestandosi per l’esattezza a 265.565 (l’anno prima erano 269.081).
Con un segno più però che fa ben sperare il Miur che si dice ottimista sul fatto che il trend di decrescita si sarebbe finalmente fermato: aumentano infatti gli immatricolati under 19 saliti leggermente a 195.594 da 194.789. Un piccolo passo che basta al ministero per dirsi convinto che «il trend decrescente degli anni passati possa essere ormai superato».

Prevale l’area scientifica

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Dal quadro complessivo degli immatricolati – basato su dati contenuti nell’Anagrafe nazionale degli studenti e dei laureati – emerge una più elevata attrattività dell’area scientifica e di quella sociale, con la prima preferita dal circa il 49% degli studenti di genere maschile e la seconda da circa il 35% delle studentesse. Anche nel totale per genere, l’area disciplinare preferita degli immatricolati nell’anno 2014-2015 risulta essere quella scientifica (34,6%), seguita a ruota da quella sociale (34,2%) e a distanza da quella umanistica (19,2%) e dalla sanitaria (12%). L’analisi sulle nazionalità degli studenti fa emergere al 14,6% i rumeni, seguiti dagli albanesi (13,6%) e dai cinesi (9%). Tuttavia, come anticipato, dall’analisi degli ultimi 5 anni emerge un lieve decremento degli accessi al sistema universitario, probabilmente dovuto alle ampliate possibilità di scelta nel proseguire gli studi in percorsi alternativi di formazione terziaria verso gli Its (Istituti tecnici Superiori), Afam (Istituti di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica) e verso le Scuole superiori per Mediatori linguistici e atenei stranieri.

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L’identikit di chi studia

Il tasso di passaggio dalla scuola all’università nell’anno esaminato mostra che circa la metà dei diplomati si è iscritto a un corso di laurea (subito dopo la maturità). Il valore muta in base all’area geografica di provenienza dello studente, con un massimo nel Nord-Ovest (52,5%) e un minimo nelle Isole (42,3%). Rimane invece confermato il collegamento tra voto al diploma e la propensione a laurearsi nel sistema universitario: «Oltre il 90% delle eccellenze infatti – sottolinea lo studio del Miur – sceglie di continuare gli studi mentre tale percentuale scende al 20% tra coloro che hanno ottenuto 60/100». Allo stesso modo la propensione a seguire il corso di studi è risultata essere più elevata per i diplomati con maturità classica e scientifica (84,4 e 81,4%), mentre scende all’11,4% tra coloro che hanno conseguito il diploma professionale. Lo studio, però, ricorda che le basse percentuali rilevate tra i diplomati con maturità tecnica, artistica e professionale sono, in parte, anche dovute alla possibilità di proseguire gli studi con percorsi alternativi di formazione terziaria non universitaria, ovvero presso gli Its (scuole ad alta specializzazione tecnologica) o presso le Accademie di Belle Arti e altri istituti Afam che non sono stati analizzati dalla ricerca.

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Le preferenze in base agli studi

Da ultimo un cenno sulle preferenze universitarie a seconda della provenienza: mediamente i diplomati con studi classici hanno optato principalmente per l’area giuridica (19,4%) e l’area letteraria (13,3%); coloro che hanno conseguito la maturità scientifica si sono orientati verso l’area di ingegneria (22,4%), quella economico-statistica (14,5%) e l’area medica (11,3%). Il 31,9% degli studenti con maturità linguistica ha invece proseguito gli studi nella stessa area; quelli in possesso della maturità socio-psico-pedagogica (ex-magistrale) hanno preferito studi dell’area insegnamento (20,4%) e politico-sociale (18,2%). Interessante rilevare come i diplomati con maturità tecnica abbiano scelto maggiormente l’area economico-statistica (25,1%) e l’area di ingegneria (19,4%), mentre quelli con maturità professionale abbiano scelto l’area politico-sociale (16,5%) e l’area economico-statistica (12,7%). Infine, coerentemente con il ciclo di studi concluso, gli studenti che hanno acquisito la maturità artistica hanno scelto mediamente l’area letteraria (25,3%) e l’area di architettura (24,8%).

Fonte : il sole 24 ore scuola del 22 giugno