Di seguito gli esempi riportati da “la Repubblica” sulle differenze di trattamento tra gli studenti dello stesso istituto a parità di voto.
Dopo una valanga di polemiche, il ministero dell’Istruzione pubblica i percentili per il calcolo del bonus-maturità targato Carrozza. Ma, nonostante gli aggiustamenti dell’ultimo momento apportati al metodo di calcolo partorito dall’ex ministro Francesco Profumo, le polemiche non sono destinate a placarsi. Perché le iniquità di un meccanismo che premia con bonus molto diversi ragazzi che si sono diplomati con lo stesso voto restano tutte. Il premio per chi si è diplomato con un voto superiore a 80 centesimi – ma anche superiore al voto corrispondente all’80° percentile della commissione dove lo studente ha sostenuto l’esame – assume un’importanza capitale per gli aspiranti camici bianchi che il 9 settembre si sottoporranno al test d’ingresso a Medicina e Odontoiatria ma anche per coloro che sosterranno il test per Veterinaria e, in misura minore, per Architettura.
Il bonus – da uno a 10 punti – collegato al voto di maturità, per la prima volta, si sommerà infatti al risultato del test per l’accesso alle facoltà a numero programmato nazionale e potrà determinarne l’esito. Con questo sistema, un ragazzo di quinta E del liceo classico Beccaria di Milano che si è diplomato con 96 centesimi non otterrà nessun bonus, perché in quella commissione il voto corrispondente all’80° percentile è pari a 97 centesimi e per ottenere il punteggio-premio occorre superare il più alto tra il voto di 80 centesimi e quello corrispondente all’80° percentile. Mentre un compagno della stessa scuola, ma che si è diplomato in quinta A con lo stesso voto – sempre 96 centesimi – riuscirà a racimolare ben 7 punti di bonus, che in una graduatoria nazionale con oltre 84mila candidati possono far scalare anche mille posizioni.
E non solo, un terzo studente che in quinta A ha ottenuto al diploma 86 centesimi riuscirà a strappare 3 punti di bonus, più del compagno che in un’altra sezione dello stesso istituto si è diplomato con un voto di 10 punti superiore. Il bonus-Carrozza non è riuscito a correggere il “peccato originale” del meccanismo messo in piedi da Profumo, che penalizza i ragazzi che sono riusciti ad ottenere un voto alto in una commissione in cui i punteggi si sono mantenuti alti e avvantaggia coloro che hanno ottenuto un punteggio più basso in una commissione dove si sono registrati pochi voti alti. Il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza ha più volte sostenuto la maggiore equità del suo metodo di calcolo del bonus rispetto a quello del collega Profumo, ma i ragazzi promettono battaglia a suon di ricorsi al Tar.