Quante volte abbiamo cercato metodi di studio efficaci per ottimizzare il tempo a nostra disposizione e fare meno fatica? Quante volte ci siamo interrogati sull’utilità di ripetere a voce alta?
Parlare “al vento” come se ci trovassimo di fronte all’esaminatore è davvero importante?
Per chiarirci un po’ le idee, ecco un approfondimento di Giacomo Crivellaro, Psicologo Psicoterapeuta, che analizza la situazione e prova a darci qualche consiglio utile.
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Metodi di studio efficaci: ripetere a voce
Non che sia semplice, intendiamoci: tutt’altro. Anzi, credo che sia uno dei modi più faticosi di studiare e ripassare, e non solo perché include uno sforzo fisico. Per ripetere a voce, infatti, bisogna utilizzare il corpo (la voce) oltre al cervello, ma anche molto di più: se quando leggiamo per imparare siamo impegnati in una assimilazione piuttosto passiva, quando ripetiamo a voce la faccenda cambia radicalmente.
E non sto parlando di ricapitolare “a pappagallo” seguendo il libro aperto, e neanche di seguire lo schema che abbiamo preparato (con tanto di sottolineature multicolore, frecce che cambiano per forma e dimensione, pennarelli matite penne pennelli stilografiche che alla fine sembra di avere di fronte il cartello d’ingresso di un luna park), bensì proprio ripetere.
Prendere un argomento a caso fra quelli da ripassare e senza alcun supporto cominciare ad imbastire un discorso, come se si avesse di fronte l’esaminatore. Ecco, proprio quella cosa che quando si è studenti si rimanda sempre, perché diciamocelo: è molto meglio stare seduti a leggere.
Per cominciare non ci si sente stupidi: sentire la nostra voce che parla è quasi sempre un supplizio e la tentazione è quella di rimandare questa via crucis indefinitamente. E poi: e se non mi viene in mente niente? Si rischia di sentirsi ancora più stupidi. E ancora: solo a pensare di farlo mi sale l’ansia (ma affrontarla prima, dentro la nostra stanza, non è molto meglio che farci i conti per la prima volta di fronte agli annoiati e sarcastici occhi del professore?).
Ripetere è rielaborare
Considerate tutte le premesse, sarebbe bello poter eliminare definitivamente questa ammorbante attività da tutte le procedure di studio, archiviarla una volta per tutte e dedicarci ad altro.
Invece no, e cercherò di dirvi il perché.
- Ripetere è rielaborare. Da quando un branco di strani tizi ha cominciato a dire in giro che non possiamo conoscere il mondo se non tramite i nostri occhi, le nostre orecchie, il nostro cervello, insomma utilizzando noi stessi con il nostro bagaglio di conoscenze, ricordi, esperienze e stranezze, sempre più gente ha cominciato a dargli retta. Rispetto al vostro libro, vorrei quindi darvi una notizia sconvolgente: non riuscirete mai a impararlo “così com’è”, se non filtrandolo e integrandolo in ciò che siete. Per fare questo è imperativo (leggi: molto importante) rimaneggiare ciò che avete letto esprimendolo con le vostre parole, nel vostro ordine, collegandolo a ciò che sapete già.
- Cosa esamina l’esame. Quando si parla di esami orali, vi dirò un’altra cosa stramba: non misurano quello che sapete! Semmai quello che fanno è misurare quanto siete in grado di far capire al professore che sapete, dando per scontato che la conoscenza che mostrate e quella che avete siano direttamente proporzionali. E allora, se le cose stanno così, non credete valga la pena di migliorare il modo in cui fate sapere di sapere, oltre che di aumentare le cose che sapete?
Metodo di studio: qualche consiglio utile
Ecco qualche suggerimento per ripetere al meglio, affinché il risultato valga la sofferenza:
- Imparate ad usare la voce. Non intendo genericamente la capacità di emettere dei suoni utilizzando le corde vocali (mi auguro ne siate già in grado), ma modulare i toni e il volume per renderla chiara, interessante, incisiva. Un piccolo grande esercizio che non passa mai di moda consiste nel ripetere la lezione esercitandosi a scandire lentamente e con chiarezza le parole (come se steste parlando a una persona che ci sente poco senza poter urlare).
- Dimenticatevi l’interrogazione perfetta, bensì ripetete per imparare a improvvisare. Mi spiego meglio: è molto difficile che voi possiate essere pronti ad ogni possibile domanda o chiarimento del professore (soprattutto se siete studenti universitari e vi si richiede di preparare almeno 500/600 pagine ad esame), quindi esercitatevi ad improvvisare le risposte, coniugando creativamente le informazioni che già possedete. Una variante carina consiste nel mettere in una ciotola tanti fogliettini ripiegati, ognuno con un argomento scritto sopra. Quand’è il momento di esercitarvi, sceglietene uno a caso e procedete.
- Collegate esperienze e sensazioni. Last but not least, sforzatevi di collegare ad ogni cosa che imparate una esperienza che avete vissuto, una situazione che vi ha colpito, una emozione che ancora oggi risuona dentro di voi come una bella canzone o una campana stonata. Fidatevi: lo ricorderete meglio.
Per approfondire
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articolo a cura di Giacomo Crivellaro
www.giacomocrivellaro.it