Le sei ricette per aumentare la memoria in vista del test di ammissione

Avete una memoria da pesce rosso? Il vostro cervello è come un setaccio? Trascorrete ore sui libri e avete l’impressione di non ricordare nulla? Il problema potrebbe essere il metodo di studio. Ebbene, che dobbiate sostenere l’esame di maturità o un test di ammissione all’università o qualsiasi altra prova per cui vi tocca studiare, vi proponiamo alcuni consigli di studenti ed esperti per migliorare i processi di memorizzazione.

Le esperienze degli studenti
Dimentico tutto, non riesco a trattenere nessuna informazione: come posso migliorare la memoria?
“Fino alla fine del secondo anno del liceo ho avuto seri problemi a ricordare le formule matematiche, i verbi irregolari, le date storiche… ero peggio di un pesce rosso – dice Emilia, 17 anni, all’ultimo anno del liceo scientifico -. Certo, non avevo un metodo di studio e cercavo di memorizzare tutto all’ultimo minuto, ma in più, essendo piuttosto nervosa, avevo sempre un balck-out completo al momento delle interrogazioni”. Dopo il passaggio al terzo anno, Emilia ha reagito. “In vita mia non andava niente per il verso giusto, il rapporto con i miei genitori era teso, con gli insegnanti a scuola era complicato e mi sentivo sempre male – prosegue la ragazza -. Alla fine, grazie ad un intenso lavoro su di me, mi sono calmata e, alla fine, ho iniziato ad imparare con più tranquillità”.

La parola all’esperto
ANSIASITO“Gli adolescenti sono generalmente solidi, e la loro capacità di adattarsi al cambiamento è immensa – dice Philippe Jeammet, psichiatrama alcuni vivono dei passaggi della propria vita in maniera più complicata, come se fossero nel bel mezzo di una tempesta. In questi momenti la concentrazione e la memorizzazione non sono impossibili, ma possono risultare difficili”Solamente crescendo Emilia è riuscita a calmarsi, in modo da rilassarsi e iniziare a concentrarsi.

Tra i 15 e i 25 anni: le migliori abilità!
“Non ho mai avuto problemi in classe, mi piaceva prendere buoni voti – dice Clemente, 16 anni e mezzo – ciononostante, ho avuto una specie di blocco alla fine delle medie, non ricordavo più nulla; poi, arrivato al liceo, tutto si è sistemato e, come per magia, ho acquisito una buona memoria!”.

Il commento dell’esperto
“Non è magia – corregge Alain Lieury, professore di psicologia cognitiva presso l’Università di Rennes e specialista della memoria -.  Alcuni ragazzi possono essere presi da altre preoccupazioni, come l’amore, gli amici, le serie TV: tutte cose che li distraggono temporaneamente dalle questioni scolastiche! Ma nel complesso è davvero tra i 15 ei 25 anni che si ha il miglior potenziale: è questa l’età migliore per imparare!“.

I nemici della memoria 
Alcool – Il nemico numero 1. L’alcool distrugge i neuroni e le cellule cerebrali, in particolare l’ippocampo, che è essenziale per la memorizzazione.perche-si-sbadiglia
Cannabis ed altre droghe – Distruggono neuroni e sinapsi, causando disturbi alle funzioni intellettive.
Mancanza di sonno – La stanchezza rallenta l’organismo. Anche durante le ore di sonno le informazioni passano dall’ippocampo alla neocorteccia, in cui vengono memorizzate.
Stress – Uno studio americano ha dimostrato che il volume dell’ippocampo dei soldati che hanno trascorso diversi mesi in battaglia passa da 12 cm3 a 2 cm3.
Tabacco –  Studi recenti sull’Alzheimer hanno dimostrato che la nicotina favorisce e peggiora la malattia. Inoltre, il fumo aumenta le palpitazioni cardiache.

Le sei ricette per aumentare la memoria
chefPartiamo da un principio fondamentale: bisogna sforzarsi! E poiché non esiste solo una, ma più memorie, ad ognuno viene chiesto di testarsi e creare i propri metodi per l’apprendimento, con la consapevolezza che possono cambiare nel corso degli studi. A 12 anni, Amedeo, che ora ne ha 14, ripeteva “come un pappagallo”. Ora, scrive, legge, rilegge e impara camminando su e giù per la stanza. Ovvio che non esiste un sistema valido per ciascuno di noi. Per cui…. provate di tutto, fino a trovare il metodo che funziona meglio per voi e con il quale vi sentite a vostro agio!

Per Linda, “studiare al momento giusto”
Linda, 17 anni, ha trovato nelle ore mattutine il momento in cui è più efficiente. Dice: “In tempi di interrogazioni e verifiche studio sino alle 18, dopodiché mi dedico al tempo libero, perché mi piace rivedere le lezioni al mattino: è proprio in questo momento che ho il 150% delle mie capacità”.
I chronobiologi sono d’accordo su questo: si ha un basso livello di attenzione intorno a mezzogiorno e subito dopo i pasti, quando il nostro stomaco ha fame o è in fase digestiva. È anche vero che il corpo può adattarsi a un ritmo diverso, che dovrebbe essere però ripetuto nel tempo. Un consiglio: in un periodo di intensa attività intellettuale, cercate di adottare un rigore quasi militare nell’utilizzo del vostro tempo: alzarsi, ripetere, consumare i pasti… ogni giorno sempre alla stessa ora.

Per Emma e Ugo, “capire aiuta ad imparare”lampadina-idea
Per memorizzare le lezioni, Emma, ​​15 anni, ha una trucco: “Se non ho completamente capito la lezione, non riesco a imparare niente. La mia memoria comincia a lavorare già a lezione, ascoltando gli insegnanti, ed è come se preparassi il mio cervello per introdurvi altre conoscenze”. Ben fatto, impariamo meglio ciò che comprendiamo!

La cosiddetta “memoria semantica” (delle idee, del senso) è la più forte. Questo è il metodo impiegato da Ugo, 17 anni. “In un testo un po’ complicato, sottolineo una quindicina di termini e ricerco per ognuno di loro un sinonimo, e penso al loro significato. Vi assicuro che riesco a esporre immediatamente quelle parole, e spesso i concetti ad esse correlate. È un metodo molto efficace soprattutto per la filosofia”.

Per Annachiara e Iolanda, “fare dei riassunti e ripetere ad alta voce”
quadernoAnnachiara, 19 anni, da anni studia facendo schemi e riassunti. Fatti bene, con cerchiature e sottolineature, gli schemi sono alla base del suo lavoro di memorizzazione. “Soltanto con i riassunti, e quindi riscrivendo in appunti tutti i corsi, riesco ad ottenere il meglio dalla mia memoria – spiega la ragazza – . Mi applico molto, posso trascorrere anche 3 ore su un solo riassunto, ma so che non è mai tempo sprecato. In più, sottolineo con colori diversi e quando riprendo gli schemi per ripetere, già so quale è il loro contenuto. Con gli schemi e i riassunti è come se creassi un cassetto <mentale>.

Iolanda, 18 anni, arrivata a Giurisprudenza, pensava di continuare a riassumere i corsi, come al liceo. “Un lavoro troppo lungo”, ha detto la ragazza. “Nel diritto abbiamo centinaia di pagine da imparare a memoria e un sacco di concetti da gestire, non c’è proprio nulla da riassumere! Ripetere decine di volte è il modo migliore che ho trovato per incamerare tutto. In piedi, seduta, camminando, con i tappi per le orecchie, non importa come: ripeto e ripeto! Ci vuole tempo, ma per me è molto efficace!”. I risultati del primo semestre universitario sono incoraggianti, ha una media molto alta ed è una dei migliori del suo corso. La ripetizione è il meccanismo che dà forza ai neuroni di connettersi – spiega Alain Lieury – I giocatori di scacchi lo sanno bene e si allenano e ripetono le mosse molte ore al giorno, per anni”.

Per Sara e Martina, “registrare sullo smartphone”
Dopo aver ripetuto una dozzina di volte la lezione, Sara, 16 anni, la registra sul proprio smartphonesmartphone“All’inizio è stato strano perché non amo la mia voce – ha detto – ma ora mi sono abituata. Mi registro sistematicamente”. È anche uno dei mezzi utilizzati da Martina, 15 anni: “Dopo aver fatto dei riassunti, li riscrivo senza guardare l’originale e il giorno dopo e il  giorno prima dell’interrogazione li recito ad alta voce la sera a letto. Ci impiego circa dieci minuti per pagina. Solo in seguito mi registro, perché per me questo è il momento perfetto per fissare bene i concetti. La mattina successiva riascolto in metropolitana le mie registrazioni mentre vado a scuola.

Per Lucrezia e Giulia, “sussurrare ed elencare”
A Lucrezia non piace ripetere ad alta voce. Al contrario, preferisce sussurrare. Gli specialisti chiamano questa attività “subvocalizzazione”, come quando i bambini muovono le labbra durante la lettura. È un processo permanente ai fini della memorizzazione. Forse non ce ne si rende conto, ma i ricercatori hanno dimostrato che se rimuovessimo la subvocalizzazione, perderemmo l’efficacia della memorizzazione del 40%. “Quando imparo un testo, non posso fare altrimenti – ha detto Giulia – Inoltre, mi aiuto con i gesti: elenco usando le dita, raddrizzo la schiena, e in breve tutto il mio corpo memorizza!”.

Per gli esperti bisogna sapere quando “smettere”
timeD’accordo le ricette per memorizzare, ma sappiate che nessun metodo di memorizzazione efficace vi aiuterà ad imparare una lezione alla vigilia di una verifica, né l’ultimo fine settimana prima dell’esame! 
Nadia, un’insegnante di spagnolo in una scuola superiore, ripete: È nel corso del tempo che impariamo. Ciò che non abbiamo imparato sino al giorno prima non sarà magicamente appreso: è meglio approfittare degli ultimi momenti per ricaricarsi!”. Stesso discorso da parte di Alain Lieury: “Due giorni prima di un esame bisogna riposare, rilassarsi, vedere gli amici, dormire bene e mangiare bene: il cervello ha bisogno di grassi e proteine”.

Se avete bisogno di un buon testo per apprendere le tecniche più rapide per memorizzare i concetti in vista del test di ammissione, occhio al volume “Tecniche di Memoria e Comprensione dei testi” dell’Editest.

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