Il passaggio dal liceo al primo anno di università segna il cambiamento verso l’età adulta, si è chiamati a fare una scelta e ad affrontare un tipo di studio diverso e più articolato.
Il primo anno di università varia a seconda del programma di studi scelto e dell’Ateneo, tuttavia ci sono alcune esperienze comuni agli studenti come:
- Orientamento: molti Atenei organizzano corsi di orientamento estivi, in seguito ad eventuali test d’ingresso mentre altri li organizzano, in presenza e/o online, alla fine del quinto anno scolastico per indirizzare i diplomandi
- Test d’ingresso e OFA: alcune facoltà sono a numero chiuso e prevedono test di ammissione con graduatorie molto selettive, altre sono a numero aperto e altre ancora prevedono dei TOLC da svolgere prima dell’immatricolazione per verificare le conoscenze di base. In quest’ultimo caso, qualora ci fossero alcune lacune, bisognerà colmare i debiti formativi (conosciuti come OFA – Obblighi Formativi Aggiuntivi) con corsi integrativi ed eventuali verifiche a discrezione della facoltà
- Esami e corsi: generalmente il primo anno include esami molto generici che spesso destabilizzano gli studenti. È importante seguire le prime settimane di corsi per comprendere il metodo di insegnamento dei professori, organizzare il materiale didattico e anche, eventualmente, creare un gruppo studio per favorire l’apprendimento.
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Come funziona il primo anno di università: le sessioni d’esame
L’ambiente universitario talvolta può essere fortemente competitivo, è importante farsi aiutare dai colleghi e da qualsiasi risorsa di tutoraggio messa a disposizione dall’Ateneo.
Essendo un percorso prettamente individuale, ci vuole una grande capacità di organizzazione: c’è chi la acquisisce al liceo ma non è mai tardi per imparare!
In primo luogo bisogna sottolineare la distinzione tra studenti corsisti e non corsisti: i primi seguono i corsi e, dunque, svolgono l’esame da frequentanti, gli altri gestiscono lo studio autonomamente e svolgono l’esame da non frequentanti. Chiaramente la distinzione è fatta specialmente nei corsi ad obbligo di frequenza, in altri casi è a discrezione del docente apporre delle modifiche al programma per gli studenti che seguono assiduamente e per quelli che, per scelta personale o per necessità, decidono di non frequentare.
In ogni caso l’organizzazione è essenziale per avere un buon rendimento all’università. La mole di studio e il metodo di apprendimento sono diversi: i manuali sono molto approfonditi, i professori non conoscono gli studenti, i corsi durano circa 3 mesi e sono seguiti dalla sessione d’esami, eccetto per gli esami annuali i cui corsi durano per tutto l’anno accademico e i cui esami si svolgono durante la sessione estiva.
5 consigli per affrontare la prima sessione d’esame
La prima sessione del primo anno di università spaventa tutti all’inizio, ecco come affrontarla in 5 semplici passaggi:
- Organizza il materiale e scegli da quali fonti studiare ed eventualmente integra con degli appunti o con qualche fonte alternativa (Es. podcast, libri, documentari). Spesso ci sono prove intermedie che si svolgono qualche mese prima della data d’esame che alleggeriscono il programma!
- Consulta le date degli esami e scegli un periodo di tempo in cui studiare e uno in cui iniziare la ripetizione, in base al tuo metodo di studio
- Trova un compagno di studio con cui poter scambiare appunti e tecniche di apprendimento, potrebbe davvero facilitare la preparazione dell’esame e aiutarti con la socializzazione in un’ambiente così complesso
- Se hai dubbi su qualche argomento, consulta gli orari di ricevimento del docente e dei suoi assistenti e chiedi chiarimenti
- Avrai più esami da preparare, cerca di studiare dal primo momento e poco alla volta così da arrivare sicuro all’esame.
Cosa succede se vengo bocciato a un esame?
Non sempre lo studio, seppur matto e disperato, ci fa sentire appagati.
Il metodo di valutazione dell’università è ben diverso dalla scuola: basti pensare al fatto che tra il professore e l’alunno non c’è alcun tipo di conoscenza pregressa per cui il docente deve basarsi unicamente sul colloquio orale (breve o lungo che sia) o sulla prova scritta. Può succedere che il voto che ti viene assegnato non rispecchi il tuo studio: lì sei libero di rifiutare il voto e tornare all’appello successivo.
Ancora, può succedere che si venga bocciati. La bocciatura è deludente in qualsiasi caso ma ancor di più se pensate di aver fatto il possibile. Non bisogna demordere, al contrario, devi reagire. Puoi accantonare per un attimo la materia e procedere con la successiva o addirittura insistere sulla stessa. L’importante è non perdere di vista l’obiettivo e il proprio percorso. Ogni persona ha un’esperienza unica e il tuo primo anno potrebbe essere diverso da quello di altre persone.
Cosa succede se non riesco a terminare tutti gli esami della prima sessione?
Assolutamente nulla! Le sessioni sono formalmente due, invernale ed estiva, ma c’è la possibilità di svolgere alcuni esami anche a settembre e durante le sessioni straordinarie.
Potrebbe anche capitare che non riesci a terminare tutti gli esami entro il primo anno accademico ma niente paura, avrai modo di inserire gli esami vecchi tra gli esami dell’anno corrente con qualche sforzo in più. Ogni percorso universitario è strettamente personale e ognuno è libero di gestirlo come meglio crede anche in relazione ai propri ritmi di vita e alle proprie esigenze.
Come inserirsi nell’ambiente universitario?
Le matricole del primo anno sono sempre molto spaesate… ma anche quelle degli anni successivi!
In particolar modo negli Atenei statali, le classi sono composte da così tanti studenti che sembra quasi impossibile fare amicizia. Non è così! L’università offre una vasta quantità di attività extracurriculari, laboratori, feste universitarie, aule studio dove conoscere persone. In più, i social e WhatsApp permettono di entrare in contatto tramite i gruppi universitari, basta prendere coraggio e il gioco è fatto.
L’università può essere travolgente e dispersiva, è bene crearsi una cerchia di persone con cui potersi confrontare e, perché no, anche creare rapporti d’amicizia.
Cosa succede se ho dubbi sulla mia scelta e voglio cambiare indirizzo?
Oscar Wilde diceva: “Noi siamo verbi, non nomi”.
Mutiamo continuamente, siamo soggetti a numerosissimi stimoli, vediamo e leggiamo di persone che hanno cambiato il mondo e di altre che con poco sono riuscite a raggiungere tutti gli obiettivi prefissati. È normale avere dubbi, è strano non averne. Tuttavia, quando questi prevalgono sulla nostra concentrazione e determinazione è bene prendersi un attimo per riflettere, per confrontarsi, farsi aiutare da chi ci sembra più competente e, perché no, valutare anche qualche ‘piano b’ o addirittura ‘piano c’. L’importante è fare ciò che ci sembra più giusto e affine alle nostre capacità, il percorso è nostro.
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