Per fare Ricorso al Tar sono necessari tre requisiti:
- avere un avvocato amministrativista
- essere nei limiti di tempo per presentare ricorso
- avere un motivo valido
I limiti di tempo: sono molto importanti per tutte le cause legali. Per fare ricorso al Tar non devono essere passati 60 giorni dalla data di pubblicazione dell’atto che si desidera impugnare. Per quanto riguarda nello specifico le ammissioni alle facoltà universitarie, 60 giorni dalla data di pubblicazione delle graduatorie. I giorni sono tutti e non solo quelli lavorativi. Alla scadenza del 60esimo giorno, il ricorso deve essere stato già scritto e notificato alle parti.
Ogni parte in causa deve essere avvisata del ricorso. In questo caso di parla di Notifica tramite ufficiale giudiziario. Questa deve essere fatta mediante un avvocato entro i 60 giorni dalla data di pubblicazione dell’atto (graduatoria) all’Amministrazione che ha emanato l’atto (Università), all’Amministrazione, nel caso, che ha emanato un regolamento superiore (Ministero) e ad almeno una persona, se esiste, che abbia un interesse contrario a quello del ricorrente, denominato controinteressato, ovvero un soggetto vincitore del concorso di ammissione.
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Ricorso al Tar: i concetti principali
Entro 30 giorni dalla data di pubblicazione delle graduatorie, dovete contattare un avvocato amministrativista comunicandogli il motivo che vi spinge a fare ricorso, l’università dove avete fatto il test (o comunque l’ente che ha rilasciato l’atto in altri casi) e il nome di uno studente che si trova tra gli ammessi, meglio se vostro conoscente.
L’avvocato scriverà un ricorso e lo notificherà all’Università, al Ministero e al controinteressato, e alla fine, lo depositerà al Tar del Lazio. Per questo è necessario contattare un legale nel più breve tempo possibile e non attendere la scadenza del 60esimo giorno.
Il Tribunale Amministrativo competente per i test di ammissione è quello del Lazio, con sede a Roma, quindi vi conviene trovare un avvocato di Roma per limitare le spese. Solo nel caso in cui i vizi di forma a cui si fa riferimento siano legati esclusivamente alla sede concorsuale del ricorrente, il Tar più idoneo per presentare il ricorso è quello della regione di riferimento.
La sezione del Tar Lazio che si occupa delle faccende di nostro interesse è la III Bis, composta da 5 giudici (1 presidente e 4 consiglieri) che a gruppi di 3 decidono sui ricorsi. L’insieme dei 3 giudici che valutano la causa è chiamato “Collegio”.
Tutte le decisioni prese dal Tar Lazio possono essere appellate nel giudizio di II grado al Consiglio di Stato, con sede a Roma, sezione VI. Il ricorso amministrativo consiste in 2 fasi: fase cautelare e fase di merito.
Fase cautelare
È la prima fase del ricorso. Le parti in causa depositano presso il Tribunale gli atti più importanti e viene chiesto un provvedimento cautelare denominato “sospensiva”, ovvero un’ordinanza del Tar con valore temporale e non definitivo con cui si congelano temporaneamente gli effetti degli atti impugnati. Se la richiesta è accolta il ricorrente può immatricolarsi al corso di laurea in attesa della decisione finale sul ricorso, oggetto della fase di merito.
Normalmente l’ordinanza sospensiva è emanata il giorno dopo l’udienza cautelare.
Fase di merito
È la seconda e ultima fase del ricorso al Tar. Le parti in causa depositano tutti gli atti e vengono tratte conclusioni anche in base all’accoglimento della fase cautelare. Il Tar alla fine del procedimento emana una sentenza motivata con cui accoglie, se fondato, o respinge, se infondato, il ricorso. Tale provvedimento è definitivo.
Il procedimento non prevede un’audizione del ricorrente e nemmeno un contraddittorio con i giudici; il tutto si svolge in forma scritta. La sentenza deve essere redatta entro 45 giorni dall’udienza di merito (art. 89, co. 1, codice processo amministrativo). Tra la prima udienza e le udienze successivi possono passare anche molti mesi.
Sia la sospensiva sia la sentenze possono essere appellate al Consiglio di Stato che rivaluta integralmente il ricorso secondo i punti sopra esposti. Il Collegio giudicante è formato da 5 giudici anziché 3. Il Consiglio di Stato è giudice di ultimo grado e la sentenza è definitiva e inappellabile.
Come fare ricorso al Tar: i tempi
Solitamente nel caso di ricorso fondato la sospensiva viene concessa 15-20 giorni dopo il deposito del ricorso. L’esecuzione dell’ordinanza avviene dopo 10 giorni. L’appello deve essere effettuato dall’Università entro 60 giorni.
Se la sospensiva viene concessa e non è appellata lo studente può iscriversi all’Università con riserva, in attesa della pronuncia di merito che può richiedere anche diversi anni per essere emanata.
Costi e agevolazioni del ricorso al Tar
Proporre ricorso al Tar costa mediamente 3500-4000 euro anche se, non essendoci vincoli per la parcella, il costo del ricorso può salire anche a 6-8mila euro. Considerate che ci sono più di 1000 euro solo di tasse e spese vive. L’appello al Consiglio di Stato deve essere considerata causa a sé stante.
Lo Stato paga il costo del ricorso in caso di difficoltà economiche (patrocinio a spese dello Stato) per persone con reddito del nucleo familiare inferiore a 11.528,41 euro.
Presentare un ricorso collettivo può comportare notevoli risparmi attraverso la ripartizione tra più soggetti di alcune spese comuni.
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