Mantova, sì al nuovo corso in mediazione linguistica: domani le preiscrizioni, test a settembre

La buona notizia è che, dopo mesi e mesi d’attesa burrascosa, la commissione ministeriale ha detto sì al corso in mediazione linguistica per traduttori della Fondazione Università di Mantova (in convenzione con l’ateneo di Verona). Burrascosa, l’attesa, perché scandita da ostacoli e polemiche. Burocrazia e veleni. Tutto alle spalle, commentano felici dalla Fum. La scintilla accademica tra Mantova e Verona scoccò un anno fa, il piano di studio fu inviato tempestivamente al ministero e scattò subito il conto alla rovescia per l’autorizzazione. Tempo previsto: due mesi. Ne sono passati tredici. Il via libera è arrivato l’altro ieri, adesso manca solo il sigillo ultimo, il decreto ministeriale.

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Il corso di laurea dell’Università di Mantova

Questioni di giorni, assicurano da via Scarsellini dove si respira aria di vittoria. Anche se la sconfitta non era mai stata contemplata, nemmeno come eventualità remota. «Siamo contenti e orgogliosi» scandisce il direttore amministrativo della Fum Michele Minervino. E con lui il prof Ricci del comitato tecnico-scientifico. Si riparte quindi di slancio dall’anno accademico 2015-2016: 50 i posti disponibili, il test di ammissione è in calendario a settembre e le pre-iscrizioni scatteranno da giovedì. Il corso prevede lo studio di tre lingue obbligatorie: oltre all’inglese, irrinunciabile, si può pescare tra tedesco, francese e spagnolo. Per immergersi nelle rispettive culture e visioni del mondo si studieranno anche le letterature.

Gli studenti dovranno poi aggiungere una quarta lingua, più distante dal nostro orizzonte ma in espansione accelerata: la scelta è tra arabo, cinese ed ebraico. Va bene la conoscenza delle lingue, più che mai necessaria in un mondo dove le reti hanno compresso distanze e relazioni (il villaggio globale di McLuhan), ma il lavoro? Per i mediatori mantovani lo sbocco sarà in azienda, dove potranno aiutare gli imprenditori a orientarsi nel labirinto degli affari con l’estero. Prospettiva incoraggiante, certo, ma da sola la formazione non è sufficiente a fare di una scuola un’università. A declinare gli altri due ingredienti è lo stesso Minervino. Dopo la formazione viene la ricerca e la Fum ce l’ha: attualmente sono tre i dottorandi nel perimetro del dipartimento di lingua. Dottorandi oggi, professori domani.

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Il terzo ingrediente della ricetta dell’università è il diritto allo studio. Riferisce Minervino che nei prossimi giorni è in agenda un incontro a Palazzo Lombardia per firmare una convenzione sulle borse di studio. Il binario dell’assegnazione sarà doppio: merito e affanno economico. «Con il riconoscimento ministeriale si consolida la convenzione con Verona – aggiunge il direttore amministrativo della Fum – il via libera al corso in mediazione linguistica nella sede di Mantova è la premessa per la laurea magistrale». Per la Fondazione di via Scarsellini è il momento del sollievo e dei buoni propositi, ma anche l’ora dei sassolini che pesano come macigni nelle scarpe. La voglia di levarseli è tanta, l’indice punta ai «competitor».

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«Nonostante ostacoli e polemiche, abbiamo due centri certificati di erogazione di esami internazionali – rivendica Minervino – il Toefl e il Cils in collaborazione con l’Università per stranieri di Siena». Sassolini a parte, l’elenco dei ringraziamenti è lungo. In cima c’è il deputato del Pd Matteo Colaninno, che si è speso in prima persona con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per sbloccare la pratica Fum. Pressione limpida, per una causa giusta. Un altro grazie caloroso la Fondazione lo divide tra Carlo Zanetti, ex presidente, e Paolo Gianolio, presidente attuale, che al corso in mediazione linguistica hanno creduto con ostinata dedizione. Well done.

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