Il test di Medicina serve davvero? È giusto abolire il numero chiuso?
Ogni anni la platea si divide tra quelli che sono d’accordo con una selezione all’entrata e quelli che, invece, opterebbero per il numero aperto. Quest’anno, per la prima volta, il test di ammissione a Medicina diventa TOLC ma le ipotesi di una nuova modifica sono state già avanzate.
Vediamo in questo articolo quali sono le ultime novità e analizziamo uno studio, presentato a margine di una conferenza dei Presidenti dei Corsi di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, sul test di Medicina.
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Abolizione Test di Medicina: cosa accadrà?
Gli aspiranti medici ad aprile affronteranno per la prima volta il TOLC-MED, la nuova struttura del test per l’accesso alla facoltà di Medicina, che prevede due sessioni, una ad aprile e una a luglio.
Allo stesso tempo la Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha annunciato di voler mettersi a lavoro per cercare soluzioni alternative al numero programmato e modificare, dunque, le modalità di ammissione a Medicina.
Il Ministero ha istituto una commissione che dovrà fornire entro la primavera nuove proposte per superare il test d’ingresso e rendere diretta l’iscrizione delle nuove matricole alla facoltà più ambita ogni anno.
L’analisi emersa dalla Conferenza dei Presidi dei Corsi in Medicina
Uno studio presentato al termine di una conferenza dei Presidenti dei Corsi di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia si è posto l’obiettivo di valutare il rendimento al termine del primo anno di corso (esami superati e relativa votazione) degli studenti immatricolatisi nell’anno accademico 2014/2015 dopo aver superato il test di ammissione con quello degli studenti entrati dopo il ricorso al TAR del Lazio (famosa sentenza del 19 giugno 2015), che non avevano raggiunto il punteggio minimo per accedere.
L’analisi ha riguardato in totale 1.792 studenti immatricolati alle Università Milano Bicocca, Milano Statale, Modena e Reggio Emilia, Molise, Piemonte Orientale, Pavia, Roma La Sapianza e Torino: di questi, 1326 hanno regolarmente superato il test di ammissione (sostenuto l’8 aprile 2014), mentre 466 sono entrati in sovrannumero dopo il ricorso.
Ne è venuto fuori che per la maggior parte degli studenti il voto della maturità o la scuola di provenienza non hanno influito sul punteggio conseguito al test di ammissione; allo stesso coloro che hanno raggiunto un punteggio particolarmente basso al test d’ingresso hanno mostrato un rendimento peggiore nel corso degli studi (con un basso numero di esami superati e votazioni più basse rispetto ai colleghi).
Per approfondire l’analisi e le relative statistiche consulta il documento ufficiale della conferenza.
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